Per fortuna la spesa non è granché. Dodici euro. Su Amazon 10.70. Tuttavia, chiuso il libro, anche 10 euro e settanta centesimi sembrano una grossa perdita. Poi uno va a rileggersi la frase finale, l’ultima profonda meditazione leopardiana di Palandri, perché pensa di non averla capita, e di essere troppo incazzato con questo pseudo-affabulatore banal-chic. Eccola: “Se confondiamo la parola acqua e l’acqua moriamo di sete. Se confondiamo, nel tempo, la cosa e la sua rappresentazione, cosa accade? Se ci rappresentiamo la vita, cosa perdiamo?”. Ricordate Riccardo Pazzaglia, in Quelli della notte? Anche lui, come Enrico Palandri, faceva il filosofo, però si prendeva ironicamente sul serio, mentre Palandri è convinto di filosofeggiare seriamente, lasciando un odore stantio di Heidegger e altre divagazioni vintage.

“Come il coraggio è la forma dell’essere, la paura è l’avvertire il non essere. Per un paracadutista esperto il salto nel vuoto è naturale, come per un chirurgo trovarsi di fronte a un uomo con il torace aperto che aspetta il suo intervento, o per un professore parlare a un’aula piena di ventenni o per una madre partorire. Se si è quella cosa, la si fa. La paura nasce quando ci si ritrova nel non essere, un chirurgo con un paracadute o un professore di fronte a un torace aperto o una donna che non si sente madre. Il cuore che si spaura è una nota precisa di quello che l’io non è: non è lo spazio infinito, al contrario, è quello che è qui di fronte a questo”. A questo punto Catalano, nel salotto di Arbore, guardava Riccardo Pazzaglia e mostrava di avere inteso ma di non avere capito. Allora Riccardo Pazzaglia abbassava la sua mano aperta e faceva segno che il livello era basso.

Quali identità abbiamo? si chiede Palandri prima di partire verso l’infinito. 1 – la lingua che si parla e in cui si scrive, 2 – il territorio cui si appartiene, 3 – i contenuti culturali di una certa comunità, che siano religiosi, letterari o di ogni altro tipo. E LI SPIEGA ANCHE! E per tutto il libro non fa altro che citare a vanvera, con l’aggiunta di due mappe antiche che sono due classici cavoli a merenda. 10 euro e settanta, ma come ho fatto?

Il 9 dicembre 1822, Leopardi scriveva: “Quanto ai letterati, de’ quali Ella mi domanda, io n’ho veramente conosciuto pochi, e questi pochi m’hanno tolto la voglia di conoscerne altri”. Citato in Enrico Palandri, Verso l’infinito, Bompiani 2019, euro 12 (ahi!).

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