Avevano terminato il pasto. Lui aveva sparecchiato la tavola, lei aveva messo tegami, stoviglie e posate nella lavastoviglie. Poi, entrambi si erano spostati in salotto.
Prima di sistemarsi sul divano, lui aveva acceso il televisore e si era affrettato ad impossessarsi del telecomando. Dopo avere fatto zapping, aveva scelto un servizio giornalistico sui cambiamenti climatici.
La giornalista dialogava con uno scienziato in videoconferenza.
«L’uomo ha utilizzato il pianeta come luogo da cui prendere risorse, come discarica dove eliminare i rifiuti…», così aveva iniziato lo scienziato che, pur parlando dal suo studio, non aveva rinunciato alla cravatta a farfalla che lo contraddistingueva.
«All’inizio del XIX secolo la popolazione umana era di 1 miliardo di persone oggi siamo 8 miliardi; ogni giorno nascono 220.000 persone, corrispondenti agli abitanti di una città come Padova. Ora che siamo in tanti, le azioni umane incidono sugli equilibri del pianeta».
Nello schermo dello studio televisivo apparve un grafico sulle concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera, la giornalista chiese allo scienziato di commentarlo: «Controllando le carote di ghiaccio in Antartide, l’equipe italo-francese ha potuto ricostruire le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera nel corso dei secoli. Sono variate durante le glaciazioni ed i periodi interglaciali ma, come si nota nel grafico, la linea si è impennata a partire dalla rivoluzione industriale, quando l’Uomo ha iniziato ad utilizzare il carbonio fossile, dapprima carbone, poi petrolio ed infine metano».
Nello schermo dello studio televisivo apparve una cartina del Mediterraneo che attraverso una scala di colori mostrava le temperature dell’acqua. «Le acque del Mediterraneo non sono mai state così calde come quest’estate» disse lo scienziato e collegò quelle temperature elevate agli eventi meteorologici eccezionali che si erano verificati nell’estate da poco terminata, compresa la bomba d’acqua che a metà settembre si era abbattuta sulle Marche.
«La temperatura del pianeta è aumentata di 1,2°C (che non è poco a livello planetario)” proseguì lo scienziato, «e non si può tornare indietro».
Sullo schermo dello studio televisivo comparve un grafico della temperatura con due frecce rivolte a destra, una saliva leggermente, l’altra s’impennava: «… se l’umanità entro il 2050 ridurrà drasticamente le emissioni di anidride carbonica l’aumento di temperatura del pianeta si assesterà intorno a 2°C» disse lo scienziato riferendosi alla freccia del grafico leggermente inclinata verso l’alto, «temperatura con cui l’Uomo potrà convivere, altrimenti l’aumento previsto sarà di 4-5°C e la situazione climatica non sarà più governabile», disse riferendosi all’altra freccia; «C’è rimasto poco tempo per intervenire!».
«Per combattere il surriscaldamento del pianeta occorrono sia le grandi scelte politiche di chi governa sia i comportamenti virtuosi dei singoli cittadini. Ad esempio, io da 5 anni non salgo su un aereo – il traffico aereo incide notevolmente sull’emissione di gas serra -; per spostarmi utilizzo il treno o, meglio ancora, mi collego in videoconferenza, come sto facendo ora». «Nonostante gli impegni presi dagli stati fin dal Summit della Terra a Rio de Janeiro del 1992, finora non si è fatto quasi nulla».
Lo scienziato citò l’allarme sull’insostenibilità del sistema energetico globale lanciato da António Guterres, Segretario Generale dell’ONU, nel maggio 2022, in occasione del report pubblicato dalla sezione delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici: “I governi non sono minimamente vicini all’obiettivo di limitare il riscaldamento globale. Nel 2015 la firma degli Accordi di Parigi affermava la volontà di ridurre del 45% le emissioni di CO2 entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Cinque anni dopo, i piani dei governi per ridurre le proprie emissioni permetteranno una riduzione delle emissioni inferiori all’1%. Un risultato assolutamente inaccettabile secondo tutti i parametri scientifici! Il pianeta si sta avvicinando sempre più verso la catastrofe climatica”.
Lo scienziato, per fare comprendere meglio ai telespettatori come l’umanità stava affrontando l’emergenza ambientale, fece il seguente esempio: «E’ come se un paziente avesse mostrato al proprio medico i risultati delle analisi del sangue; il medico vedendo gli alti livelli del colesterolo gli prescrive una dieta ferrea. “Sì, inizierò domani” dice il paziente. Sei mesi dopo il paziente si ripresenta dal medico con i nuovi risultati delle analisi che mostrano un livello di colesterolo ancora più elevato. La dieta non l’ha ancora iniziata, l’ha rinviata sempre al giorno successivo. Ecco, l’Umanità si sta comportando così».
Grazie al mix di abilità divulgativa (dello scienziato) e di chilo in corso (dei due telespettatori) nel salotto regnava il silenzio; questo venne rotto solo verso la fine della trasmissione. «Guarda, la libreria potremmo farla così»; lui si stava riferendo al mobile posto dietro allo scienziato che stava concludendo il suo lucido ed appassionato intervento. «Ma no» rispose lei, «quello non è rovere, è frassino». «L’importante è che sia di legno massello e non di laminato, altrimenti con il peso dei libri si imbarca nel mezzo».
Mentre lo scienziato si congedava riportando un altro intervento del Segretario delle Nazioni Unite, ancora più recente (del 19 luglio 2022): “L’umanità sul clima rischia il suicidio collettivo”, i due proseguirono: «Ma senti, parla lui che i mobili li vuole comprare all’IKEA!».
La trasmissione televisiva aveva acceso la discussione.