Sembra che ogni tentativo di ragionare su quanto accade nel mondo si svolga su una scacchiera. C’è poi un altro giocatore che osserva: sono i sentimenti. A volte si spera che questo giocatore faccia sentire la sua voce, che in questo momento non può esprimere altro che orrore, sconforto, delusione, rabbia e infine indifferenza. Pare assurdo che chi prova dei sentimenti osservando la scacchiera, alla fine scivoli senza scampo nell’indifferenza, e solo perché la partita è assurda.

Alcune regole del gioco sono state infrante. Tutta la geopolitica è a pezzi. Non ho le competenze per descrivere le mosse di chi invade, chi difende, chi aiuta, chi massacra e chi risponde con altri massacri, senza contare le ideologie politiche e religiose che ne sono il carburante. Osservare questo pianeta da fuori deve essere incomprensibile anche per il più intelligente degli alieni. Se possiedono qualcosa di simile a quello che noi abbiamo malamente educato nei millenni, cioè la capacità di provare pietà e altri affetti, saranno inorriditi. Ma le regole del gioco infrante sono altre: il tribalismo antidiluviano sembra prevalere sul trinomio che in occidente aveva aperto tra mille contraddizioni il mondo moderno: libertà, uguaglianza, fraternità. Temo che queste considerazioni diventino una predica. Non era questa l’intenzione. L’intenzione era quella di mostrare la prima regola infranta: ogni persona è una cosa. Una pedina su una scacchiera, da muovere per ottenere posizioni migliori e mangiare pedine avversarie. I sentimenti sono esclusi dal gioco. La democrazia è un concetto antiquato. Il tribalismo è lucidato a nuovo.

Nella piccola scacchiera portatile italiana c’è gente che ascolta i discorsi di un tale chiamato Matteo Salvini che per una fortuna machiavellica si trova a recitare da vice capo. Pronuncia discorsi pieni di insulsaggini copiate o orecchiate che una maestra elementare, infastidita, boccerebbe. Quello che inorridisce davvero è il suo pubblico. Persone che ascoltano con imperturbabile serietà le opinioni di un clown. Poi c’è il capo, Giorgia Meloni, che motteggia e sbeffeggia le tribù avversarie e si copre ridicolmente la testa con la giacca. Certe scimmie lo fanno coprendosi gli occhi con le braccia. Ma lei ormai ha girato il globo, ha conosciuto gli altri leader, ha capito che le differenze – se ci sono – sono minime. Deve essere euforica. Si credeva un underdog ma ha scoperto che nel canile ci sono solo altri cani. Sono tutti della stessa specie, quella che gli alieni hanno osservato virando velocemente verso altri mondi.

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