30 luglio 2024

Me ne accorgo quando, fermo in sella alla bicicletta davanti al semaforo, aspetto che diventi verde per attraversare la strada statale. 

Meno di un minuto di attesa ma sufficiente per rendermene conto. Che nel cielo sopra i tetti del centro storico di Fano manca qualcosa. 

Non ci sono più quelle traiettorie che si intersecavano intorno al campanile di San Paterniano. 

Non volano più sopra quel mondo di coppi, dove, a volte, andavano ad infilarsi – erano lì i loro nidi. 

Non solo le loro sagome falciformi che sfrecciavano contro l’azzurro, quando poi percorro le vie cittadine sento che mancano pure i loro versi striduli.

Come ogni anno, è durata solo tre mesi la presenza di questi acrobati aerei. Presenza concentrata ma indispensabile al mantenimento della specie. 

Eppure gli umani che si muovono avanti e indietro sul selciato – loro non sono in grado di vincere la forza di gravità e non hanno della città la veduta aerea – non danno l’impressione di avvertire questa sparizione di massa. Non sembrano essersi accorto che i rondoni se ne sono andati all’improvviso, senza avvisaglie, che, conclusa la fase riproduttiva, hanno intrapreso il lungo viaggio intercontinentale. 

Le persone sedute al tavolo nei dehors dei bar parlano dei giochi olimpici che si stanno svolgendo a Parigi, delle vacanze, dell’afa opprimente di questi giorni. Ma come? Non notano che non ci sono più le loro acrobazie aeree? che ora a svolazzare sui tetti sono rimasti i piccioni? 

Eppure questo evento irrevocabile, che capita una volta all’anno, è un modo per scandire il tempo, senza bisogno di calendari appesi al muro.

Didascalie foto:

1 – Fano, Strada Statale Adriatica (si nota il campanile di San Paterniano)

2 – Rondoni sui cieli di Fano

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