Il vento

Il vento interrompe
il caldo sole di pianura.

S’infila e alza
le gonne alle ragazze
mentre l’estate
ancora rimane
sospesa,
esterrefatta,
in bilico appoggiata
ad un cielo teso.

Si resta,
in attesa.

Il disincanto ci sorprende
la malinconia ci avvolge,
ma il vento ci sostiene
ci sbarazza
di chiusi pensieri.

Senza memoria

Eseguo
strategie di cancellazione.

Spezzo, a caldo,
flussi di coscienza.

Disloco tagli,
nel diario del tempo.

Nascondo,
geologiche concrezioni.

Inabisso,
metereologie del ricordo.

Ora dimentico,
gli strati nascosti del mondo.

Dolorosa è
l’assoluta intensità
del mare.

Vertigine d’irrilevanza
il lento movimento
del cielo disabitato:
il gabbiano
è un uccello crudele.

Disagio e sperdimento
nella morte mai finita
di chi non torna.

L’impietosa legge
della gravità
determina solitudini;
rimane,
quasi simulata realtà,
un luogo
fatto di mappe e portolani.

Il passato

Il passato
è invalicabile,
è pensieri pesanti.

Ricordare: rimettere nel cuore
avventi d’amore.

Scordare: levare dal cuore
silenzi.

Dimenticare: togliere dalla mente
parole.

Quando si cade
si è rumore.

Quando si muore
si disturba chi resta.

La neve

Il biancore ondulato
della neve
è fascinazione di materia.

Incanto.

Musica fredda
tra le dita.

Inquietudine.

La parola
non è la cosa.

Instabilità.

Misuro l’attesa!

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