Ci sono novità? Sì, ogni giorno escono notizie nuove, cose nuove, libri nuovi, polemiche nuove, film nuovi, nuove pubblicità e superleghe e super cazzole ma, se uno lascia raffreddare appena un po’ l’impulso istintivo e compulsivo all’acquisto e al consumo, tutte le luci si spengono presto e le novità rivelano la loro deludente natura di merce non necessaria, discorsi vacui e opportunistici, esibizionismo egotismo vanità e su tutto l’infinito ripetitivo intrattenimento.
Certo, bisogna passare il tempo, in qualche modo, ma questo mi pare il peggiore dei modi possibili. E dietro o sotto questa fantasmagoria di luccichini c’è la deprimente realtà di un precariato senza fine: mal pagato, insicuro, sottoposto a tutte le arroganze e falsità, costretto a invidiare il successo (ottenuto quasi sempre illecitamente), e che ha dimenticato ogni propria responsabilità di questo disastro globale.
Il neoliberismo è diventato becero. Ma è mai stato intelligente? Si è mai preoccupato del futuro e delle risorse? Il neoliberismo non offre più niente se non un precariato senza fine, disuguaglianze abissali e mediocri consolazioni e un reddito di non cittadinanza: un green pass per il paese dei balocchi. Tuttavia le responsabilità restano individuali.
Nessuno lo ha scelto né avrebbe potuto: è stato imposto, con la persuasione e la retorica, le armi più potenti, quelle gesuitiche, perché gli stati polizieschi prima o poi crollano, come si è visto, ma gli altri, quelle varianti di far west mercantile, con i loro rituali economici e religiosi, dio patria e famiglia e rosari esibiti e tecnocrati buonisti, durano di più e impongono un precariato senza fine e le loro falsità. Anzi si nutrono di falso, in ogni campo: è il loro cibo preferito, sono proprio allergici a qualsiasi discorso che li chiami in causa come persone e non come consumatori.
Consumati consumatori e consumatori consumati … un circolo vizioso.
Pensieri di un piovoso giorno autunnale.