Non vorrei parlarne. Non dei soldi, dico del libro di Enzensberger. Un sedicente romanzo scritto con uno stile per educande, di contenuto insulso. Titolo: Parli sempre di soldi! Breve romanzo economico, Editore Einaudi, stampato nel mese di ottobre 2017. Posso parlarne come prodotto editoriale. Sotto questo aspetto è educativo.
Edizione lusso, copertina cartonata, del classico grigio Einaudi che ha accompagnato le nostre letture più importanti, sovraccoperta con fondo bianco einaudiano con un disegno illustrativo: la vecchia zietta, appollaiata su una scala, spiega un grafico economico ai nipoti (e dato che c’è, anche a tutto il genere umano). Le illustrazioni nel testo sono di Riccardo Guasco, e sono visibilmente influenzate da cubismo e futurismo, non si sa perché. Non è importante. Quindi sono perfettamente in linea con il sedicente romanzo di Enzensberger.
Ora veniamo alla pubblicità. Quarta di copertina: “Enzensberger possiede il raro dono di saper spiegare in modo semplice anche argomenti complicati”. Esempio, Il mago dei numeri. “Che ha fatto amare la matematica anche a chi l’ha sempre detestata”. Un mago, davvero. E come tutti i maghi, poco credibile. Poco credibile infatti che l’abbia fatto davvero, non si hanno notizie di sconvolgimenti sociali in ambito matematico.
Qui invece che cosa combina Enzensberger? “Ci mostra l’economia sotto una nuova luce: raccontando storie che non vorremmo mai smettere di leggere”. Sotto una nuova luce? In realtà la luce è vecchia come il cucco e le storie sono di una noia tale che si sente la nostalgia della noia vera, perché qui è artificiale anche la noia.
Recensioni: “un abbecedario ricco di acume e saggezza grazie al quale possiamo fare a meno di leggere le pagine economiche dei giornali” (Rolling Stone). Vi prego vivamente, con il cuore in mano: continuate a leggere le pagine economiche dei giornali, sono decisamente più interessanti, anche sotto l’aspetto narrativo.
“Enzensberger non si ferma proprio davanti a niente e adesso ha scritto un breve libro su un grande tema: i soldi” (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Il libro non è breve, si tratta di 180 noiosissime pagine, che alla fine non riescono a raggiungere l’efficacia di un abbecedario. Ma così va il mondo. E per capirlo bisogna ritornare al prodotto editoriale. Anche accettando l’idea di voler tradurre questo libro insulso, perché l’editore ha scelto una veste editoriale di lusso? Un evidente spreco di danaro (anche per il lettore). Sicuri che la zietta del romanzo non avrebbe niente da ridire? Comunque, anche se avesse qualcosa da ridire, non fatela parlare più, né di soldi né di altro, per carità.