Quelli che si definiscono conservatori, un termine politicamente corretto che oggi sostituisce il più preciso reazionari (in quanto di fatto reagiscono ai cambiamenti sociali, non li accettano e – soprattutto – non vogliono che qualcuno li accetti), ebbene queste persone si rifugiano di solito nel concetto di naturale.
Il sesso naturale, la famiglia naturale, i figli naturali, il matrimonio naturale, la morte naturale e così via. Come se queste affermazioni contenessero un valore superiore, sacro, intangibile, perché appunto naturale.
Non vorrei scomodare Giacomo Leopardi e la sua natura matrigna, una natura che ci odia, e con questa premessa dire che qualcosa è naturale diventa preoccupante, o quanto meno poco rassicurante: “se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei”, diceva la Natura nelle Operette morali. In effetti, la totale estraneità della natura ai ragionamenti e sentimenti umani è sicuramente desolante. Ecco dunque una variazione negativa del concetto di naturale.
Abbiamo anche creato il concetto di natura selvaggia, per distinguerlo da un altro tipo di natura (cfr. Franco Brevini, L’invenzione della natura selvaggia, Bollati Boringhieri 2013). E quale sarebbe l’altro concetto? una natura culturale, non selvaggia. Eh già. Quello che definiamo naturale è infatti un concetto culturale. Quindi relativo a una cultura e a un periodo storico. Ciò che è naturale è ciò che una cultura ha stabilito come naturale, basandosi chi su testi scientifici seri, chi su testi pseudo-scientifici bislacchi, chi su testi religiosi di migliaia di anni fa. Punti di vista diversi che ognuno può valutare a seconda se ha bisogno di conforti e mitologie religiose, conforti e mitologie populiste o semplicemente informazioni, cioè cerca di capire quello che si può capire.
In genere, quello che i reazionari negano è il loro periodo storico. Non lo capiscono perché non vogliono capirlo, e soprattutto non vogliono che gli altri lo capiscano. Atteggiamento infantile, crudele e stupido.
Si infuriano (reagiscono) perché la realtà non si adegua alle loro convinzioni. Dunque non sono conservatori ma reazionari. Perché si vergognano di affermarlo?