Figuratevi un omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole, come quella d’un gatto che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa.

(Vi ricorda qualcuno?)

Tutti i ragazzi, appena lo vedevano, ne restavano innamorati e facevano a gara nel montare sul suo carro, per essere condotti da lui in quella vera cuccagna conosciuta nella carta geografica col seducente nome di Paese dei balocchi.

(Niente?)

L’Omino di burro è affabile e ironico ma se qualcuno non tira il suo carretto, gli stacca “con un morso la metà dell’orecchio”.

(Oppure usa la diffamazione. Una cosetta più moderna. Ma che succede ai suoi seguaci e leccapiedi?)

Vedendo che la porta non si apriva, l’Omino la spalancò con un violentissimo calcio; ed entrato che fu nella stanza, disse col suo solito risolino a Pinocchio e Lucignolo: Bravi, ragazzi! Avete ragliato bene, e io vi ho subito riconosciuti alla voce.

(Così l’imbonitore li porta alla fiera).

E ora avete capito , miei piccoli lettori, qual era il bel mestiere che faceva l’Omino? Questo brutto mostriciattolo, che aveva una fisionomia tutta latte e miele, andava di tanto in tanto con un carro a girare il mondo: strada facendo raccoglieva con promesse e con moine tutti i ragazzi svogliati e li conduceva nel Paese dei balocchi.

(ma l’Omino poi si arricchiva)

Perché in realtà questo è il Paese dell’Acchiappacitrulli (cap. XVIII, vuoi vedere che in Pinocchio c’è già tutto scritto?)

Scrive Piergiorgio Bellocchio: Nulla si dice più dell’Omino di burro, lestofante su ampia scala, che verosimilmente continuerà con successo il suo criminale commercio ( e magari diventerà Primo ministro). E nella città di Acchiappacitrulli – che è nel Paese dei Barbagianni – i poveracci, gli sciocchi, i deboli continueranno a venir spennati, spellati, spolpati, per arricchire pochi furbi. “

“L’Omino di burro, secondo Biffi, è il diavolo. In effetti il personaggio è diabolico. Ma non va dimenticato che è anche lui un imprenditore: inganna i ragazzi per venderli quando siano diventati ciuchini (commercio a fini di lucro). E il suo ramo di facciata (divertimenti, vacanze, tempo libero) suggerisce subito un nome di inquietante attualità…”

(Diario del Novecento, Il Saggiatore 2022).

L’immagine: Alfred Kubin, Demagogia, 1939

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