Da più di quarant’anni ricorro allo stesso ciclista. Le biciclette che cavalco da una vita le ho acquistate tutte lì. Lì, dopo le forature, sono state riparate le camere d’aria. Lì sono stati cambiati i freni, freni consumati non solo sulle strade cittadine fanesi ma pure nelle discese di Montegiove, di San Biagio, di Roncosambaccio, di Carignano, e di ogni altra collina alla portata dei miei pedali.

Da sempre, entrando in quell’officina, sulla destra trovavo le biciclette in vendita, sulla sinistra molte decine di bici accatastate, quelle appena riparate o da riparare accanto ad altre arrugginite che giacciono lì da anni.

A volte trovavo il ciclista chiacchierare con uno dei frequentatori abituali. Il nullafacente comodamente seduto, il ciclista con gli occhi e le mani impegnate ad aggiustare la bicicletta appesa. Poi col tempo, uno alla volta, quegli habitué sono scomparsi.

Oggi entrando qualcosa è cambiato, quasi tutte le bici sono state rimosse ed un imbianchino sta dando il bianco ad una parete inscurita dal tempo.

Ma anche con l’imbianchino, il ciclista e suo figlio (che da qualche anno ha intrapreso la professione del padre) sono al lavoro.

Il ciclista mi spiega il perché di quei lavori che hanno sconvolto ciò che sembrava immutabile, l’officina si è dovuta dotare di un bagno, altrimenti non sarebbe stata concessa la licenza al figlio.

Le pareti vengono dipinte una alla volta, spostando ciò che ingombra. Nella zona più interna, dove il ciclista lavora, è la prima volta che vedo la parete – quella più nascosta – priva dei due calendari con “donnine” nude in pose osé, calendari da camionista (e da officina). Ma i due chiodi ci sono ancora, forse si sta aspettando che le pareti si asciughino.

Non manca invece la tinozza smaltata priva di una maniglia; è nella sua acqua che, da sempre, viene immersa la camera d’aria per trovare il foro. In questa officina non si fa come in tante altre, dove la camera d’aria si cambia e basta, qui si sta ancora a cercare il foro e a mettere la pezza.

Deve avere più di quarant’anni pure la vecchia sedia con un piolo rotto su cui la tinozza è posata.

«Sta rinnovando l’officina, però la tinozza e la sedia sono sempre al loro posto».

«Quelle nessuno le tocca, sono un’istituzione», mi risponde orgoglioso il ciclista.

11 maggio 2019

 

Didascalie foto:

Pedalando tra le colline

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