2 luglio 2018
«Il mare rimarrà calmo, al massimo ci potrebbe essere un po’ di foschia» ci aveva rassicurato l’impiegata della biglietteria alcune ore prima; ed infatti quando il battello salpa da Perros-Guirrec la foschia permette solo d’intravedere l’arcipelago verso cui siamo diretti, al largo della Bretagna.
Quando passiamo vicini ai primi (ed aguzzi) scogli la foschia si dirada; poi si dissolve completamente ed appare l’isola: è come l‘aprirsi di un sipario.
Il mare è una tavola ed il battello non dondola. Anche se sono le ore centrali della giornata, non fa caldo; ora è uscito anche il sole, condizioni perfette!
Sul ponte superiore i passeggeri, che erano restati seduti tranquilli a parlottare tra loro durante il tragitto, ora di colpo si agitano; mentre la chiglia si fa strada tra gli scogli, c’è chi per vedere (o per fotografare) meglio lascia il proprio posto, qualcuno si porta da una parte all’altra del ponte, da un parapetto all’altro; spostamenti inutili, visto che il pilota dell’imbarcazione compie continue manovre per permettere la visione da entrambi i lati.
Rouzic è l’isola più orientale dell’Arcipelago des Sept îles; è la prima ad essere stata protetta (dal 1912). La parte più elevata, quella a più forte pendenza, è completamente bianca. Avvicinandoci vediamo a cosa si deve la colorazione: è un’immensa colonia di sule bassane – 17.500 coppie leggerò su Internet.
Le sule nidificano sulla scogliera spoglia e irregolare, una accanto all’altra; proprio grazie allo stretto contatto, con il loro piumaggio tingono di un bianco immacolato le parti più alte dell’isola.
Quando torneremo a Perros-Guirrec, senza più la foschia, anche dalla costa della Bretagna (distante 5 miglia) si nota il bianco; sembra il colore delle rocce invece sono penne.
Non solo piumaggio bianco e grida, avvicinandoci all’isola giunge pure il sentore del loro guano; ricorda l’odore di un pollaio.
Molte altre sule volano sopra l’isola; passano anche vicino a noi mostrando i quasi due metri di apertura alare.
Ne vediamo altre posate in acqua o sugli scogli. Il battello passa così vicino da potere cogliere l’azzurro degli occhi. Il mare intorno è continuamente “perforato” dai loro tuffi in picchiata; piombano da decine di metri, come proiettili, sulla superficie.
Non si sbarca sull’isola e nemmeno sulle altre, il battello si limita ad avvicinarsi ad ognuna di esse. Queste isole un tempo erano abitate da monaci e frequentate da cacciatori. Ora gli uomini non sono i benvenuti; non c’è spazio per loro, non più. Questo pensiero mi consola.
Quando il battello si è avvicinato all’isola una guida ha cominciato a parlare; il fiume di parole francesi ci accompagnerà per il resto del viaggio. Parole che indirizzano una miriade di occhi. Non i miei, io non capisco cosa dice, comunque seguendo i gesti degli altri passeggeri spesso individuo a chi sono dedicate quelle parole.
Si passa ad un’altra isola, ad un’altra sorpresa, gli uccelli marini sembrano essersi divisi il poco spazio – l’intero arcipelago ha una superficie di 40 ettari.
Ecco che è il turno dei marangoni dal ciuffo, poi dei pulcinella di mare. La corporatura di questi ultimi non è affusolata come quella delle sule bassane. Tozzi, in volo agitano velocemente le ali, che sembrano più adatte a nuotare sott’acqua che a spostarsi nell’aria; quando si posano sulla superficie marina, noto i becchi colorati di rosso, giallo e blu – più che Pulcinella, i loro becchi ricordano Arlecchino. Dopo aver passato l’inverno in mare aperto, si ritrovano su queste ed altre scogliere dell’Atlantico settentrionale per nidificare: dai territori subartici della Groenlandia, Canada, Islanda, Isole Fær Øer e Norvegia, passando per la Gran Bretagna e l’Irlanda, fino a queste isole poco al largo del continente europeo. Entro un paio di settimane concluderanno la nidificazione e torneranno a vivere nel loro regno fluttuante.
Incontriamo anche altri rappresentanti della famiglia degli Alcidi: urie e gazze marine, a queste due specie piace anche condividere lo stesso tratto di acque marine.
La Bretagna è il sito di nidificazione più meridionale della famiglia degli Alcidi. In questo mio viaggio in terra francese incontrerò un’altra colonia di urie vicino a Cap Fréhel, negli alti scogli della Fauconnière, sul bordo di un’estesa brughiera.
Il battello passa in rassegna mugnaiacci (gabbiani dal dorso nero), beccacce di mare e gabbiani reali; questi ultimi come nidificanti sono meno rari. Nella “casa del pescatore”, ad Etretat in Normandia, dove io e la mia famiglia trascorreremo gli ultimi giorni del viaggio, non potrò aprire la finestrella della mansarda senza provocare le proteste del gabbiano reale che cova sulla grondaia ad un metro di distanza. L’inizio e la fine della notte sono accompagnate dallo stridere dei versi di quello e degli altri gabbiani che nidificano sui tetti dell’antico borgo di pescatori, tanto caro a Claude Monet e a Guy De Maupassant. Sembra dormire all’interno di una colonia di gabbiani. Dormiamo all’interno di una colonia di gabbiani!
Ma torniamo all’Arcipelago delle Sette Isole, non offre rifugio solo agli uccelli marini, la guida più volte individua foche grigie, mammifero della regione sub-artica. Alcuni esemplari li vediamo da molto vicino, sia adagiati sugli scogli che in acqua, dove emergono le loro teste ed i loro lunghi “baffi”; due foche per un po’ sembrano seguire l’imbarcazione.
Qui, a sole cinque miglia marine dagli ordinati giardini della Bretagna ricchi di ortensie, la natura selvaggia dell’Atlantico settentrionale può contare su di un rifugio sicuro.
Didascalie foto:
da 1 a 3 – Colonia di sule bassane sull’isola di Rouzic, Arcipelago delle Sette Isole
4 – Isola di Rouzic, vista dalla costa della Bretagna
5 – Sule bassane sugli scogli di Rouzic
6 – Marangone minore, Arcipelago delle Sette Isole
7 e 8 – Pulcinella di mare, Arcipelago delle Sette Isole
9 – Urie, Arcipelago delle Sette Isole
10 – Uria e gazze marine, Arcipelago delle Sette Isole
11 – Brughiera a Cap Fréhel (Bretagna)
12 e 13 – Foche grigie, Arcipelago delle Sette Isole
14 – Arco di Etretat (Normandia)