20 novembre 2022
Le piogge intense di ieri e della notte hanno ingrossato il fiume.
La sua foce non è il solito quieto specchio d’acqua salmastra, ora vi scorre dell’acqua melmosa che scappa dalla terraferma.
Dopo avere superato il varco della barra di ghiaia, il Metauro si scontra con le onde di un mare agitato, sporcandone la schiuma.
Risuona la risacca; al rumore continuo di acqua e ghiaia in movimento si aggiunge quello periodico dell’onda che s’infrange.
Poco distante, una “folla” di mute nere; i surfisti giocano con il moto ondoso che li fa sparire e ricomparire.
Un branco di gabbiani comuni si posa sulle acque della foce.
Solo nell’angolo più protetto non agisce la forza della corrente, lì i gabbiani possono riposare, gli altri subiscono la stessa sorte di rami ed altro materiale galleggiante: vengono trascinati.
Come barchette di carta, senza timone, si lasciano dirigere dalla forza del fiume.
Dapprima lentamente, la velocità aumenta quando si avvicinano al restringimento del varco nella barra di foce.
Solo un attimo prima di raggiungere le acque tumultuose si levano in volo e tornano a posarsi nel tratto finale del Metauro, trasformato nel loro acquascivolo.
Come i surfisti, sembrano giocare con l’elemento acquatico.
Didascalie foto:
1 e 2 – Foce del Metauro, 20 novembre 2022
3 e 4 – Surfisti
5 e 6 – Gabbiani comuni trascinati dalla corrente
7 – In primo piano il varco della barra di foce, sullo sfondo i surfisti