Marco Belpoliti, saggista e scrittore, nel libro La strategia della farfalla (Ugo Guanda Editore, 2016) ci racconta degli insetti, animali diffusissimi (ci sono duecento milioni di insetti per ogni essere umano), che l’uomo “cittadino” quasi ignora.
Con presunzione, l’uomo li ritiene esseri “inferiori”, basandosi unicamente sulle capacità intellettuali, mentre probabilmente gli insetti sono più adatti di noi a sopravvivere ai mutamenti climatici; esisteranno ancora quando l’uomo sarà scomparso dalla faccia della Terra.
Ogni capitolo del libro è dedicato ad un particolare insetto. Non solo vaghe farfalle, lucciole e coccinelle, ma anche parassiti ed altri fastidiosi animali che entrano in relazione con l’uomo (pulci, pidocchi, zecche, scarafaggi, zanzare, ecc.). Vengono spiegati i livelli di organizzazione delle loro società che spesso non sono meno complessi di quelli dei vertebrati.
Tanti gli entomologici citati, come Jean-Henri Fabre, che scrisse Ricordi di un entomologo, l’austriaco Karl Von Frisch, che ricevette il premio Nobel per avere compreso il linguaggio delle api, basato sulla danza, Edward O. Wilson, che dedicò la sua vita allo studio delle formiche, scoprendo che esse, prima di noi, hanno inventato l’agricoltura (coltivano funghi), l’allevamento (mungono gli afidi) e la tessitura (cuciono foglie).
Scorrendo le pagine del libro si scopre che il mondo degli insetti ha attirato l’attenzione di numerosi scrittori e poeti, come il poeta belga Maurice Maeterlinck, che dette alle stampe libri dedicati ad api, formiche e termiti, vedendo nelle loro società un’immagine della nostra, Vladimir Nabokov, l’autore di Lolita, che trovava inebriante classificare i Licenidi, una delle famiglie in cui si suddividono le farfalle, osservandone al microscopio i particolari anatomici, lo scrittore e filosofo tedesco Ernst Jünger, che si dedicò allo studio dei coleotteri e nel libro Cacce sottili raccontò la storia della sua attività di entomologo dilettante.
La strategia della farfalla non è rivolto agli addetti ai lavori. L’autore lo considera una passeggiata, o al più una visita guidata, nel mondo degli insetti.