23 ottobre 2023 

E’ sceso il buio. Mi affaccio alla porta d’ingresso per vedere se il gatto vuole rientrare. Non c’è, ma noto un movimento: una grossa falena – ha dimensioni paragonabili a quelle di un pipistrello – sta perlustrando il gelsomino azzurro. 

La luce dei lampioni del giardino pubblico mi permettono d’intravederne la sagoma in movimento, il suo passare velocemente da un fiore all’altro dell’arbusto che dalla recinzione esonda verso il marciapiede. 

Utilizzando la lunga spiritromba, si nutre del nettare restando sospesa in volo senza appoggiarsi sulle corolle dei fiori.

La temperatura è ancora mite, adatta al grosso lepidottero notturno. 

Corro a prendere la fotocamera. Velocemente – temendo di non fare in tempo – la accendo e imposto il flash. La falena c’è ancora. 

Quando gli scatto le foto, la luce del flash si riflette sui suoi occhi; quegli occhi rossi che si spostano nelle tenebre conferiscono alla falena un aspetto luciferino.

Il suo continuo svolazzare da un fiore all’altro, gli permette spesso di sfuggire all’obiettivo, ma qualche scatto riesce a catturarla, magari vicino al margine dell’inquadratura. 

Non mi accorgo dell’arrivo del gatto, è vicino ai miei piedi; non capisce cosa sto facendo e quegli improvvisi lampi di luce. E’ grazie a lui che ho avvistato questa presenza.

Guardando le foto al computer, si manifesteranno i colori della falena. L’addome e le ali anteriori sono verde oliva. Aree di un verde più chiaro e rosa attraversano le ali creando delle geometrie che ricordano le tute mimetiche di militari e cacciatori. Colorazioni che devono essere molto efficienti nel nascondere la falena di giorno, quando è posata tra il fogliame.

Uno scatto ha catturato le pagine inferiori delle ali che sono bruno-rossicce attraversate da una linea biancastra. 

E’ laDaphniis nerii, la sfinge dell’oleandro. Oltre ad essere una delle più grandi – l’apertura alare può raggiungere i 13 cm -, è una delle falene più belle d’Europa. Per la sua eleganza, è una preda ambita dai fotografi naturalisti.

Questa sfinge è attiva solo dopo il tramonto e nelle ore notturne. In Italia è migratrice, ma nella parte meridionale, dove gli inverni sono miti (non sopravvive sotto i 10°C), è anche stanziale. Leggo che l’adulto vola tra giugno e settembre – eppure siamo a fine ottobre. Sempre nei forum degli entomologi, leggo anche che la specie in passato era considerata molto sporadica in Italia; le segnalazioni si contavano sulla punta delle dita. Negli ultimi anni la popolazione è in espansione – probabilmente in seguito al riscaldamento globale e agli inverni più miti – e in tutta la penisola c’è stata un’esplosione di segnalazioni. 

Didascale foto:

da 1 a 4 – Sfinge dell’oleandro Daphniis nerii, Fano, 23 ottobre 2023

5 – Sfinge dell’oleandro, si notano le pagine inferiori delle ali

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