Quello che salta subito agli occhi è la solita vecchia intramontabile ipocrisia gesuitica italiana. Si parla di educare ai valori sociali e culturali della nostra tradizione dimenticando che non è una storia voluta dal popolo ma inculcata attraverso demagogia, coercizioni e massacri. La Bibbia non è mai stata una scelta, si è imposta con la forza e la furbizia, inoltre è stata la responsabile morale e di fatto dei massacri.
Fino a pochi decenni fa nessuno poteva leggere la Bibbia da solo, era necessaria la guida spirituale, che forniva la giusta interpretazione, adeguata al momento storico e all’opportunismo delle gerarchie cattoliche. Ricavare dalla Bibbia degli insegnamenti per una società aperta come quella contemporanea (che in realtà vive l’ancien régime del neoliberismo) è pura follia, come del resto è pura follia l’ideologia economica nella quale siamo immersi.
Il passaggio dal conformismo naftalinico e parrocchiale del PD al reazionariato ottuso delle destre ha come terreno di conquista la Scuola, già sottoposta alle scorribande di barbari provenienti da ogni direzione politica. Ora è evidente anche a una bambina della scuola dell’infanzia che la nostra tradizione culturale è talmente impregnata di maschilismo e di repressione sessuale che l’unica cosa intelligente da fare è insegnare l’uguaglianza, la tolleranza, il confronto delle idee, e soprattutto le conoscenze che in ogni campo del sapere ci hanno aperto gli occhi da qualche secolo.
Lasciamo la Bibbia a chi vuole studiarla e consacra la propria vita per cercarvi le tracce di una rivelazione. Va rispettato anche lui, poveretto. Ma se tanta parte della nostra cultura artistica e storica contiene riferimenti biblici, è solo la conseguenza di chi allora deteneva il potere assoluto e i soldi, e perseguitava chiunque avesse manifestato un semplice dubbio.
Lo fanno anche oggi, almeno ci provano.
Immagine: Libro scolpito, di Giorgio Antinori