27 luglio 2023
Non ci sono più.
Scomparse quelle ali a forma di falce intorno al campanile di San Paterniano e a quello a vela di Sant’Antonio Abate.
Deserti gli squarci azzurri sopra le stradine del centro storico.
Non sfiorano più con ardite virate i tetti dei palazzi antichi.
Ora le uniche ali in Piazza XX Settembre sono quelle dei piccioni, incapaci di acrobazie aeree.
I rondoni comuni sono partiti in massa. Fino ad ieri affollavano a centinaia il cielo di Fano inseguendosi sui tetti in caroselli vocianti. Nelle ultime settimane agli adulti si erano aggiunti i giovani dell’anno che avevano abbandonato il nido.
Il Rondone comune è una perfetta macchina volante. E’ fra gli uccelli più veloci al mondo, supera i 100 km orari in volo battuto e i 200 km orari in picchiata. Durante la migrazione può coprire una distanza giornaliera di oltre 500 chilometri.
Ha ali lunghe ma zampe cortissime che non gli permettono di prendere il volo partendo dal suolo; per volare ha bisogno di lanciarsi nel vuoto – le dita si sono sviluppate in modo da potersi aggrappare alle sporgenze di pareti verticali.
Passa quasi tutta la sua vita in cielo, dove mangia (spalancando il becco per intercettare il plancton aereo), si accoppia e addirittura dorme.
La deposizione delle uova e l’allevamento dei piccoli sono le uniche attività che non si svolgono in aria (dove trascorre circa 10 mesi l’anno).
Il Rondone comune ricava il suo nido tra le tegole e in altre cavità situate a grandi altezze di torri, chiese e palazzi antichi – per un rondone non c’è molta differenza tra un monumento ed una parete rocciosa.
Le coppie restano fedeli per tutta la vita ed ogni primavera tornano a riutizzare lo stesso nido.
Con caroselli vocianti nelle vicinanze del nido, gli adulti invitano i giovani ad affrontare il primo volo, a lanciarsi nel vuoto. I giovani hanno una sola possibilità, non possono sbagliare.
Una volta lasciato il nido non vi faranno più ritorno e passeranno almeno i successivi due anni perennemente in volo (la maturità sessuale arriva a 3-4 anni).
Ora i rondoni della colonia fanese hanno intrapreso il lungo viaggio verso i quartieri di svernamento nell’Africa subsahariana – a Fano la partenza in massa dei rondoni capita sempre nell’ultima decade di luglio.
Ma la gente che affolla le strade di Fano non fa caso alla loro improvvisa scomparsa.
Le persone a passeggio, quelle con la busta della spesa in mano o sedute ai tavoli all’esterno dei bar o che attraversano in bicicletta il centro storico diretti verso la spiaggia non avvertono che non ci sono più quelle ali a falce sopra di loro, che non si sentono più le loro di strida. Al massimo qualche turista alza lo sguardo verso i monumenti cittadini ma nessuno sta con gli occhi al cielo, sorpreso della scomparsa della colonia di rondoni.
D’altra parte il disinteresse è reciproco. Per mesi i rondoni hanno sorvolato il centro storico indifferenti a quella folla a terra che brulica sul porfido.
Didascalia foto:
1 – Rondoni comuni