Negli ultimi tempi, sempre più frequentemente, escono sulla stampa articoli riguardanti avvistamenti di lupi a ridosso degli agglomerati urbani. Articoli spesso fuorvianti ed allarmistici basati più su pregiudizi che su dati fondati.

L’articolo “Pesaro, lupi in aumento e sempre più vicini alla città“, apparso sul Resto del Carlino lo scorso 20 dicembre, ha indotto l’Associazione Ambientalista “La lupus in fabula” (nome senz’altro azzeccato) a replicare il giorno seguente con una nota che ribatte punto su punto alle inesattezze contenute nell’articolo; eccone un estratto:

… 2) “Si viaggia ad un ritmo di quattro cuccioli ogni sei mesi”… questa considerazione farebbe ridere se non fosse disinformazione tendenziosa. Per ogni nucleo c’è solo una femmina riproduttiva che partorisce UNA volta l’anno, i cuccioli possono anche essere 5-6 ma di norma sono due o tre e ne sopravvivono meno. Prima di scrivere su una specie almeno informarsi sulla sua biologia.

3) “Leggenda metropolitana”, secondo Acacia Scarpetti, la mancanza di aggressioni da parte del lupo. Secondo lui son segnalati casi di aggressione in Italia. Deve fornire i dati, perché così si scrive un articolo serio. Da dove desume questa affermazione quando in realtà di aggressioni non ne sono state mai segnalate? Avvistamenti da molto vicino, incontri ravvicinati certamente, ma aggressioni all’uomo MAI.  

4) Caprioli e cinghiali scendono verso il mare e gli incidenti con le auto sono provocati da cinghiali che scappano il lupo. Anche qui la totale ignoranza dell’ecologia e dei fatti. Gli Ungulati sono in fase espansiva da tempo. Le popolazioni aumentano e le due specie in oggetto occupano spazi che da secoli non li vedevano più. Il fatto di scendere verso il mare è solo perché i nuclei iniziali erano in collina, l’espansione avviene in ogni direzione, non c’è alcuna intenzionalità di arrivare in alcun luogo, solo la naturale dispersione dai luoghi più o meno saturi. Il cinghiale ed il capriolo attraversano le strade solo perché queste attraversano i loro territori. …. Non è certo perché ogni volta stanno scappando dal lupo … Semmai sono le battute al cinghiale … che disperdono i nuclei familiari.

5) “sbranano le pecore a volte nemmeno per fame, perché è il loro istinto” Chi ha scritto questa affermazione non conosce come il lupo, o qualunque altro predatore, attui l’azione della predazione. Capita che un lupo, una volpe, una faina, uccidano più prede di quante ne possano mangiare. È un meccanismo conosciuto e studiato, si chiama surplus killing o overkilling. Si deve al fatto che quando le prede non possono scappare perché chiuse in un ovile, in un pollaio, non si chiude la serie di atti sequenziali con cui un predatore attacca uccide e poi mangia ma viene interrotto e rinnovato da ogni animale che scappi … In natura non esiste over killing, perché eventuali altre prede si sono dileguate mentre il predatore uccideva la prima. Non si può pretendere di scrivere di ciò che non si conosce. Ed un giornale non deve permettere di spaventare la gente, di dire cose false, inesatte, senza prove alcune.

 Ecco, forse chi si trova a scrivere un articolo di avvistamenti di lupi farebbe bene a leggersi il romanzo di Giuseppe Festa “La Luna è dei lupi” (Salani Editore, 2016).

I protagonisti sono un branco di lupi; la natura viene vista attraverso i loro occhi (ed il loro olfatto).

La storia del branco si intreccia con quella di due giovani: Lorenzo e Greta, il primo è un laureando impegnato in una ricerca sul campo del Lupo, la seconda è una volontaria che lo affianca.

Il branco è costretto a lasciare i Monti Sibillini ed intraprendere una lunga peregrinazione che lo condurrà prima nell’Alpe della Luna e poi nelle Foreste Casentinesi. Dovrà attraversare luoghi abitati dall’Uomo e lottare per la sua sopravvivenza.

Questo romanzo ricco di avventura e poesia permette al lettore di percepire quanto sia difficile la vita di un Lupo in un territorio invaso dall’essere umano e di entrare in empatia con questa specie.

Iniziando a leggere questo libro, mi ha infastidito l’inserimento di veri e propri dialoghi tra i lupi ma proseguendo ho via via apprezzato la scrittura fluida e le numerose informazioni sull’ecologia ed etologia del Lupo (in particolare sulla sua vita sociale) inserite in chiave narrativa senza appesantire la lettura.

Questo libro è adatto dalla fascia d’età dei preadolescenti agli adulti (giornalisti di cronache lupesche compresi).

 

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