2 giugno 2024

Nel piccolo stagno ci sono cinque trampolieri: quattro aironi cenerini ed una garzetta. Tutti impegnati a cacciare nelle acque basse, utilizzano tecniche diverse. Gli aironi praticano la caccia d’attesa: immobili, lo sguardo fisso sull’acqua con l’aguzzo becco pronto a scattare sulla preda. Quella della garzetta è invece una caccia attiva: le zampe smuovono il fondale per spingere eventuali prede a lasciare il fango e a palesarsi. 

Sulla sponda opposta al capanno ornitologico, c’è un intrico di rovi; quei rami non erano in cerca di luoghi umidi e con loro sorpresa hanno incontrato l’acqua. Proprio dove quei rami spinosi lambiscono la superficie dello stagno c’è una voluminosa zattera galleggiante. È da più di un mese che seguo la coppia di folaghe che ha scelto questo piccolo specchio d’acqua per riprodursi. Ho assistito alla costruzione del nido e all’accoppiamento di questi rallidi dal sobrio piumaggio nero lavagna con il becco e la placca frontale bianchi. 

Le volte scorse guardando la folaga accovacciata, sapevo che quella zattera galleggiante nascondeva il suo prezioso carico.

Oggi l’invalicabile barriera spinosa contro cui è fissato il nido è macchiata dal rosa dei fiori di rovo. Una folaga trasporta pezzi di cannuccia ed altro materiale vegetale per rinforzare il nido, appena si avvicina alla zattera galleggiante dei pulcini puntano su di lei. Sfoggiano una pelata rossa circondata da piume arruffate di colore arancione.

Dagli inerti oggetti rotondeggianti che le folaghe hanno covato a lungo sono usciti quei piccoli esseri carichi di slancio vitale. Cercano di convincere il genitore a lasciare perdere la sistemazione del nido e a dedicarsi a loro. La folaga acconsente a quelle suppliche, così come sta facendo il suo partner che scorgo con gli altri pulli un po’ spostati dal nido. 

La famiglia si riunisce, sei pulcini che assediano i genitori con incessanti richieste di cibo.  

Poco prima, nel vicino acquitrino avevo avvistato un pulcino di cavaliere d’Italia. Lui era capace di sfamarsi da solo. I genitori posati nelle acque basse, si limitavano a controllarlo da lontano. Intervenivano – con versi d’allarme o con attacchi aerei – solo se un potenziale predatore si azzardava a sorvolare lo specchio d’acqua. 

I pulcini di folaga, invece, per alimentarsi dipendono dai genitori che, senza tregua, cercano di procurarselo con immersioni – a differenza degli altri rallidi, le folaghe sono dotate di buone capacità natatorie.

La piccola flotta si sposta sullo specchio d’acqua: due navi-scuola e sei battelli al seguito.

Quando l’adulto scompare sotto l’acqua, i piccoli seguono i suoi spostamenti subacquei attraverso le bolle che salgono in superficie. Appena esce fuori con il becco che stringe materiale vegetale, i piccoli gli corrono incontro. Trova un attimo di sollievo solo quando i pulli si dirigono verso l’altro genitore e l’assedio si allenta.

Didascalie foto:

1 – Quattro aironi cenerini ed una garzetta, Stagno Urbani, 2 giugno 2024

2 – Folaga sul nido galleggiante, 13 maggio 2024

3 – Accoppiamento di folaghe, 5 maggio 2024

4 – Folaga con materiale per irrobustire il nido e due pulli, 2 giugno 2024

5 – Pullo di Cavaliere d’Italia, Stagno Urbani, 2 giugno 2024

6 – Cavaliere d’Italia

7 e 8 – Famiglia di folaghe,  Stagno Urbani, 2 giugno 2024

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