7 marzo 2025

«Che cosa sono?», mi giro. A chiedermelo è una delle due giovani donne che stanno portando tre cani a passeggio sulla barra di foce.

«Sono svassi piccoli. Uccelli tuffatori». 

«Come i cormorani?» mi chiede, mentre uno dei cani guarda con sospetto l’occasionale interlocutore della padrona. 

«Non sono della stessa famiglia». 

Con il binocolo sto osservando uno branco di svassi piccoli davanti alla foce del Metauro, a 200-300 m dalla riva.

Quindici sagome scure strette in poco spazio, circondate da una piatta distesa marina. Ha senso concentrarsi nel porto di Fano o in altri ripari quando c’è il mare agitato, ma perché stare stipati in poco spazio in mezzo ad un mare in bonaccia? Hanno a disposizione una sconfinata massa di acqua salata eppure se ne stanno uno a ridosso dell’altro.

Anche in anni passati mi è capitato di osservare in inverno branchi numerosi di svassi piccoli.

Vedo ai margini del branco due svassi impennarsi uno di fronte all’altro, petto contro petto, forse fa parte del corteggiamento, forse è per questo che assisto anche a scaramucce di breve durata – quello che scaccia si accontenta che l’altro si allontani di pochi metri. 

Di tanto in tanto, qualche gabbiano o cormorano sorvola l’orizzonte marino, mentre gli svassi preferiscono nuotare, non si alzano in volo se non è necessario (lo dovranno fare quando migreranno verso gli specchi d’acqua del nord, dove metteranno su famiglia).

Poco dopo il branco decide di avvicinarsi alla costa. È un navigare convinto, corpi protesi in avanti e dietro mulinelli d’acqua prodotti dal “pinneggiare” delle loro zampe lobate.

La “flottiglia” si sfilaccia, si divide in sottogruppi. Ma il comportamento gregario ha il sopravvento, sono di nuovo tutti e quindici quando giungono a poche decine di metri dalla barra di ghiaia e dal pennello di scogli che delimita un lato della foce.

Giunti lì, si immergono – in quelle acque basse è più facile che i loro becchi intercettino forme di vita, il loro cibo. 

S’immergono uno dopo l’altro, fino alla completa sparizione del gruppo: sembra una coreografia di nuoto sincronizzato. Dopo qualche instante di assenza totale, emergono; anche l’emersione avviene in maniera sincronizzata: uno dopo l’altro, si materializzano sulla superficie acquatica. Quelli emersi, prima di tuffarsi nuovamente, sembrano aspettare la fuoriuscita dei compagni, sembrano fare l’appello.

Osservo più volte il ripetersi di quelle immersioni collettive sincronizzate.

Loro sono indifferenti alla mia presenza sulla battigia. La sagoma di un bipede a poche decine di metri non suscita in loro né timore né curiosità.

Da vicino posso osservare i particolari del piumaggio. La maggior parte ha ancora la dimessa livrea invernale (bianca e grigia con un cappuccio nero) ma qualcuno ha già assunto quella nuziale: testa nera e dietro all’occhio rosso un caratteristico ciuffo di sottili penne gialle a forma di ventaglio.

Dopo una decina di minuti dedicati alla pesca, il branco torna a compattarsi e con nuoto deciso riguadagna il largo.

11 marzo 2025 

Sono tornato alla foce. Le condizioni meteo-marine sono mutate, anziché una superficie luccicante appena increspata, oggi il mare è mosso. A causa della fanghiglia trasportata dal Metauro, l’acqua davanti alla foce è verdastra e lattiginosa mentre è blu quella al largo. Proprio al confine (netto) tra le due colorazioni rivedo un branco di svassi piccoli, sempre assiepati uno contro l’altro.

Lì conto, anche se il moto ondoso oggi rende il conteggio complicato: quindici; è lo stesso gruppo della scorsa volta – Christian, guida ambientale che con regolarità porta le scolaresche in visita alla foce del Metauro, mi ha riferito che vede un branco di svassi piccoli dai primi di febbraio. 

Dal confine tra le due colorazioni marine, il branco, come la volta scorsa, si avvicina alla linea di costa. 

Giunto a poche decine di metri da dove le onde s’infrangono, si ripete la coreografia di nuoto sincronizzato.

Didascalie foto:

da 1 a 5 – Branco di svassi piccoli, foce del Metauro, 7 marzo 2025

6 – Svasso piccolo in livrea nuziale, foce del Metauro

7 – Branco di svassi piccoli riprende il largo, foce del Metauro, 7 marzo 2025

8 e 9 – Branco di svassi piccoli, foce del Metauro, 11 marzo 2025

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