Quasi un anno di guerra in Ucraina. Un’invasione arrogante e imbecille, una risposta arrogante e imbecille della Nato, e in mezzo milioni di persone mandate al massacro. Blocchi contrapposti: eppure non sembrava, Berlusconi e Putin si divertivano tanto… faccio fatica a capire che cosa ci sia di comunista nel regime russo, con le armate benedette da un prete miliardario, come faccio fatica a capire quali nemici si inventa ogni volta la Nato per giustificare la propria esistenza. Ma ogni giorno, ogni ora, aggiunge un mattone a un muro che si alza e divide. Le distruzioni, i morti, tutte le tragedie fanno salire l’esponente dell’odio.
Ogni secondo la nostra memoria cancella i ricordi. Non riuscirebbe a sopportarli. Molto più difficile sarà cancellare l’odio che ormai si è generato. La cicatrice si vedrà per decenni. La banalità del male, in società costruite sull’elogio della banalità (in ogni campo: politico, economico, culturale), sulla simulazione disonesta, ormai suscita solo indifferenza. Non si sente l’urgenza di disinnescare l’odio. E neanche si prova, non dico vergogna, ma almeno disagio, nel sentirsi, come paese, una colonia economica e politica. La cosiddetta globalizzazione mostra il suo vero volto: ci sono colonizzati e colonizzatori. La Russia vuole i suoi territori “storici”, la Nato protegge e allarga i mercati dei suoi iscritti. Il termine globalizzazione ha sostituito il termine sfruttamento (di risorse umane e materiali). Il prezzo è alto. Ma era comunque alto fin da quando l’arrogante imbecille Margaret Thatcher col suo analogo imbecille arrogante Ronald Reagan hanno innescato il cosiddetto turbo-capitalismo: una cretinata teorica e una catastrofe sociale. Oligarchi e banchieri ne godono.
Sociale. Una parola desueta. Il silenzio sociale: invece di disinnescare l’odio, hanno (nomi e cognomi, un elenco interminabile di infami) disinnescato il sociale, in ogni parte del pianeta, in un modo o nell’altro. Adesso come si fa a disinnescare un sistema che è diventato mentalità, la competizione che è diventata l’unica ragione di vita, con verifiche fino dalle scuole elementari? “Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non violenza” ha scritto Gandhi. Semplice a dirsi. La storia e l’evoluzione dei sapiens non aiutano.
Che lasciamo in eredità alle nuove generazioni? L’amarezza.
[disegno di Stefano Paci, dalla serie “Pennini”, 2021]