Con passi giapponesi è il titolo di un libro di prose della poetessa Patrizia Cavalli (Einaudi 2019). Non voglio parlare di questo libro ma della prosa che lo accompagna, perché è veramente notevole. Confesso che alla mia età non credevo di poter essere preso per il naso o almeno avevo questa presunzione. Il libro era subdolamente impacchettato ma la quarta di copertina era firmata.

Comincia così: ” Credevamo di sapere tutto di Patrizia Cavalli dopo aver letto i suoi libri di versi, ma questo libro di prose è una rivelazione”.

Dopo aver letto qualche poesia di Patrizia Cavalli credevo anche io di sapere tutto di questa poetessa, tranne una cosa: perché veniva considerata una poetessa interessante. Colpa mia ovviamente. Ma questo libro cambia tutto. “La genialità visionaria e realistica che qui sorprende non ha precedenti fra gli scrittori del Novecento, se non in grandi maestri come Roberto Longhi, Elsa Morante e Goffredo Parise”.

Diavolo, un colpo di coda! Una genialità senza precedenti. Magari non sarà così, ho pensato, ma forse posso ricredermi. Finalmente un po’ di sana letteratura.

“Eppure sembra che questo libro di abbagliante virtuosismo letterario sia nato fuori dalla letteratura, per ubbidire a un solo personale imperativo: devo capire”. Firmato Alfonso Berardinelli.

Ecco. Dovevo capire, da quest’ultima frase soprattutto. “Abbagliante virtuosismo letterario nato fuori dalla letteratura” significa che il virtuosismo letterario abbaglia. Tuttavia non credevo che abbagliasse un grande critico come Alfonso Berardinelli. Che delusione. Nella bandella il suo testo di presentazione è più articolato … purtroppo per lui.

Ho i libri di Alfonso Berardinelli e la collezione di Diario e altre cose, a volte rileggo i suoi testi perché sono molto utili per capire la letteratura e il mondo che la letteratura riesce a farci comprendere. Ecco, ci impegniamo tutti a capire. Dunque non sarebbe meglio smetterla con la pubblicità ingannevole?

Devo ammettere che oggi i libri si vendono in questo modo. Ma che nell’editoria si costruiscano in questo modo no. Non si tratta di gusto letterario. Il mondo editoriale si sta scavando la fossa con le sue mani. Al galoppo sfrenato, non con passi giapponesi.

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