Signore e signori, si aprono le cateratte di un’altra strabiliante campagna elettorale.
Sono tutti al servizio del più criminale sistema economico inventato dall’homo sapiens, il capitalismo, ma si distinguono sulle interpretazioni.
Questa parola è eccessiva. Ovviamente, alcuni (pochissimi) offrono delle interpretazioni, altri (la stragrande maggioranza) soltanto cretinate per sentito dire; i primi ci spiegano una scienza approssimativa come l’economia, che ha sinistre somiglianze con l’astrologia, il gioco dei dadi, l’osservazione del volo degli uccelli e cose simili, e si serve di una casta di sacerdoti che usano un gergo del quale (a parte e tra di loro) ridono fino a spanciarsi; nessuno li capisce, ma se questo può confortare, neanche loro; poi ci sono gli altri, la stragrande maggioranza: i rappresentanti di ditte immaginarie, che offrono la soluzione per ogni problema, dal lavoro scarsamente retribuito allo smaltimento dei rifiuti, dal riscaldamento globale al raffreddamento delle nascite, per non parlare dell’accattone sotto casa e di quelli in arrivo: nessuna preoccupazione. Ci pensano loro. Il mondo come lo vuoi tu, se lo volevi, mica devi volerlo per forza.
Signore e signori, le vostre cassette postali e le vostre postazioni internet stanno per riempirsi di offerte, sogni, promesse, gossip, barzellette, preghiere, visioni del mondo, incredibili esibizioni di bontà d’animo, di affetto incondizionato, simpatia e buonsenso.
In prima fila nelle preferenze dei consumatori di idiozie per ora c’è una specie di Monaca di Monza.
Ma potrebbe cambiare qualcosa, nei prossimi mesi. Tranquilli, niente di significativo. Il sistema resterà sempre uguale a sé stesso. I grandi filosofi ce lo stanno spiegando da decenni: contano le interpretazioni, mica i fatti.
Anche io, con barba e baffi finti, e capelli biondo platino e lenti a contatto color verde acqua, andrò a sottoscrivere un contratto, senza alcun interesse, nessun desiderio di riformare alcunché, e mostrando tutta la mia bravura di antropoide nell’imbucare la scheda. Prima dovrò fare un ripasso a memoria per giorni e giorni, ripetendo tra me e me, ad ogni ora: forza, imbecille, sottoscrivi il contratto.