Nel primo libro del De rerum natura, Lucrezio esclamava, a proposito di Ifigenia, la figlia di Agamennone, sgozzata sull’altare come buon auspicio per far partire le navi degli achei: “fino a che punto di barbarie ci può condurre la religione!”. “Tantum religio potuit suadere malorum” (v. 101).
Nessuna generazione, bisogna constatare, riesce a emanciparsi del tutto dal pensiero magico, quello che mette i pregiudizi prima dei giudizi e qualche versetto sacro prima del buon senso e delle conoscenze. La stupidità umana rientra sempre dalla porta principale. Gli uomini vollero le tenebre piuttosto che la luce, citava sconsolato Leopardi all’inizio della Ginestra.
Per parlare del corpo umano, e in particolare di quello femminile (non il suo), il nuovo presidente della Camera dei deputati italiani mette la Bibbia prima di un trattato di biologia, cosa che nessun allievo delle elementari si sognerebbe di fare. Dicono che abbia tre lauree, e questo indubbiamente aiuta, tra una partita di briscola e un bicchiere, ai tavolini di qualche bar.
Ognuno esprime quello che ha, e se non ha niente, e all’orizzonte non si intravede alcun pensiero critico e autocritico, si può esprimere solo per slogan e frasi fatte e con argomentazioni fasulle, come la neo-ministra alla famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Roccella, reazionaria e bigotta.
Ci sono però due aspetti preoccupanti. I medici obiettori di coscienza, che dimostrano di non avere né coscienza né conoscenza, inaffidabili come medici e come persone, e che tuttavia imperversano come invasati negli ospedali, e – secondo punto più importante – il tentativo di imporre la propria visione clericale anche a quelli che non la pensano come loro. Non succede solo in Iran, anche negli Stati Uniti. Adesso in Italia.
La Bibbia prima della scienza, il Corano prima delle conoscenze: chi vorrebbe che i propri figli e nipoti crescessero in un simile inferno di cretinismo?