22 marzo 2022

Il motopontone sta salpando gli scogli della “vecchia” scogliera foranea. Le pinze della gru girevole estraggono gli scogli sotto la superficie marina; ogni estrazione è seguita da una cascata d’acqua. Verranno utilizzati per le nuove scogliere in fase di realizzazione poco più al largo. Su una di queste, quella più prossima alla foce del Metauro, una ruspa sta sistemando gli scogli, trasformando un accumulo caotico in un ordinato assetto geometrico; rumore di lamiere contro il calcare. 

Sono venuto a controllare l’eventuale presenza di migratori in questi primi giorni di primavera, l’operare dei mezzi ed il loro rumore mi rendono poco ottimista su possibili avvistamenti.  

Invece, poco oltre il “cantiere marino”, la sagoma di un limicolo in volo nell’attimo in cui compie una virata. Col binocolo passo in rassegna le scogliere. Tra due scogliere, anziché un varco, c’è una serie di bassi scogli ricoperti dalla patina verde di alghe. Il limicolo è su uno di questi.

Lungo becco rosso corallo, rossi pure gli occhi, rosee le zampe, piumaggio nero e bianco: è inconfondibile.

La beccaccia di mare è lì nonostante il ribollire dell’acqua e gli schizzi dovuti al moto ondoso; c’è, infatti, una notevole differenza tra le acque placide all’interno delle scogliere ed il mare esterno spumeggiante.

Quando viene raggiunta da una colonna di acqua spumosa più alta delle altre, la beccaccia di mare si leva in un breve volo che si conclude a pochi metri nella parte interna della scogliera.  

Dietro di lei le ostriche sugli scogli che la bassa marea ha portato allo scoperto, conchiglie che ben si addicono alla Beccaccia di mare, detta anche “Ostrichiere”.  

Lì è al riparo degli spruzzi ma le deve mancare quella patina verde di alghe dove pullula la vita. Non è soltanto la stanchezza ad averla spinta ad una sosta nel suo viaggio verso nord, deve essere anche affamata; poco dopo, un breve volo la riporta tra quei bassi scogli vitali ed invitanti, dove il suo becco torna ad essere l’efficiente pinza con cui cattura piccoli invertebrati. 

Ma deve tornare a fare i conti con gli effetti del moto ondoso, con gli spruzzi che la colpiscono e con le acque che ritmicamente invadono lo scoglio su cui è posata. 

Forse stanca di essere lambita dagli schiaffi dei flutti, in volo si porta all’interno del “cantiere marino”, raggiunge uno scoglio che affiora appena dall’acqua; quello scoglio è a ridosso del motopontone ma il tratto di scogliera non ancora “smontato” dietro di lei lo ripara dal moto ondoso. 

Lì si trattenere a lungo, indifferente ai movimenti della gru che salpa gli scogli.

Poco importa se è accanto all’enorme scafo e se, anziché un mare luminoso e azzurro,  ha sullo sfondo l’arancione della ruspa che opera sulla nuova scogliera. Si rifocilla, si prepara ad una nuova stagione.

Didascalie foto:

1 – Motopontone che salpa gli scogli della vecchia scogliera e ruspa che sistema quella nuova, Metaurilia, 22 marzo 2022

da 2 a 9 – Beccaccia di mare, Metaurilia, 22 marzo 2022

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