Scritture

Al vento di Focara

 

Il tuo volo invisibile non cessa di stupirmi

libellula che scompari per giorni per mesi

e poi ti fai trovare proprio qui, sempre inattesa

in una grazia di ali.

 

Questa volta sei immobile sul grigio

di uno scisto argilloso, dove sosti da quasi

dieci milioni di anni; volavi nel tuo cielo

per noi inimmaginabile

nervosa forse, al vento di Focara,

davanti a un vasto stagno paludoso

adesso mare, in una danza.

 

Poi, su quel sasso,

posata, senza piegare le ali,

ti sei fatta memoria del mondo,

volo sommerso nel cuore

d’ombra dell’ombra, custode.

 

Ora ci guidi

di nuovo, ora ci chiami

a che prode o speranze?

 

 

(Fabio Pusterla, inedito 2017)

 

fotografia di Virgilio Dionisi

 

 

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