Pomeriggio dell’11 luglio 2020.
Lasciate le auto ai bordi della provinciale, imboccando una strada bianca, il gruppo raggiunge Silvio Castiglioni, attore e ricercatore teatrale, che ha preparato ed elaborato i testi di “Abitare la terra”. Inizia così il “Teatro in cammino”, nuova iniziativa dell’Associazione Ambientalista Lupus in fabula.
“Abitare la terra”, un percorso ad anello nei dintorni di Montegaudio (Comune di Vallefoglia, PU) di tre ore inframezzato da sei soste “letterarie”, due ore di cammino ed una di letture.
La giornata è calda, per fortuna buona parte del percorso avviene dentro al bosco.
Il gruppo è di una trentina di persone (più un cane), con leggera prevalenza femminile. Eterogenee le calzature per affrontare il percorso a piedi, vanno dagli scarponi da trekking alle scarpe da ginnastica fino ai sandali.
La guida “letteraria” nella prima sosta indica le regole a cui attenersi: i camminatori dovranno restare in silenzio durante l’intero tragitto per vivere un’esperienza, da lui definita di solitudine condivisa. In ogni punto di sosta il suono di una campana tibetana scandirà l’inizio e la fine delle letture.
Essendo un pubblico motivato (per partecipare era richiesta la prenotazione), la “regola” del silenzio viene rispettata; il cane che accompagna il gruppo, e che va continuamente avanti e indietro tra le gambe dei camminatori, non si capacita del silenzio mantenuto da una trentina di esemplari di una specie solitamente loquace.
Camminando in silenzio mi tornano alla mente tante passeggiate di gruppo i cui partecipanti avevano chiacchierato per tutto il tragitto e che, presi dal loro ciarlare, dopo ore di cammino avevano raggiunto la meta senza quasi avere avuto il tempo di guardarsi attorno.
Lungo il tragitto fiori di gerani selvatici e di ginestra, farfalle, uccelli, pure un orbettino vittima dell’ottusità umana: la vaga somiglianza con una serpe gli è costata cara, il suo corpo innocuo e fragile spezzato in due – non a caso il suo nome scientifico è Anguis fragilis. Ma in questo camminare nessuno proferisce i nomi delle specie, né comuni né scientifici, e neppure quelli dei rilievi appenninici, la cui visione, di tanto in tanto, si apre ad occidente.
Nelle varie soste si susseguono le letture di testi presi da: “Manifesto del terzo paesaggio” del giardiniere-paesaggista Gilles Clement, “Sentieri nei ghiacci” del camminatore (oltre che regista) Werner Herzog, “Canto degli alberi” dello scrittore Antonio Moresco, “Conversazione con una pietra” della poetessa polacca Wislawa Szmborska (insignita del premio Nobel per la letteratura), “Campo Santo” del camminatore Winfried Georg Sebald e “Fuga di volpe” di Alda Merini.
L’ultima sosta è silenziosa, a “parlare” sono le sagome grigie dei rilievi circondate dal colore del tramonto. Nella luce che annuncia il giorno che muore si scorgono, lontane, le sagome squadrate di Sasso Simone e Simoncello; contrastano con i profili morbidi delle colline circostanti. Suona per l’ultima volta la campana, si torna alle macchine (ormai vicine), si può riprendere a parlare.
Didascalia foto:
Dintorni di Montegaudio (Vallefoglia – PU) 11 luglio 2020, sullo sfondo le sagome (squadrate) di Sasso Simone e Simoncello