23 dicembre 2024
Nei giorni scorsi una strolaga minore è stata avvistata nel porto di Fano ¹. In Adriatico – che si trova nel margine meridionale del suo areale di svernamento – la Strolaga minore è presente con un numero limitato di esemplari. Sono rare le occasioni d’imbattersi in questa specie; l’unica volta che mi è capitato è stato nel lontano dicembre 1990, quando un esemplare morente era stato rinvenuto nella spiaggia di Fano.
Questa notte ha iniziato a piovere e il territorio fanese (come buona parte della penisola italiana) è spazzato da un forte vento freddo proveniente dai settori settentrionali.
Approfittando di una tregua della pioggia – ma non del vento che ha continuato a imperversare con le sue raffiche [leggerò che a Fano hanno sfiorato i 100 km/h], stamani visito il porto. Lungo la strada: rami rotti, cassonetti ribaltati, cartelli divelti, transenne spostate.
Sul cavalcaferrovia mi accoglie la visione di un mare in burrasca. Colore prevalente: il bianco della schiuma [leggerò che le onde sono alte anche sei metri].
Nel lungomare i rami delle tamerici si piegano alle raffiche violente del vento proveniente dal mare. È più che un ondeggiare, sembrano sbracciarsi per confermare il messaggio del sindaco che raccomanda la massima prudenza, in particolare nelle zone alberate e nei tratti costieri, moli e pontili (proprio dove sono diretto). Nella via parallela ben quattro pioppi sono crollati a terra – come tanti altri alberi in questa giornata ventosa – ed è in atto l’intervento dei vigili del fuoco.
Giungo al porto turistico. Gli alberi delle barche a vela ondeggiano, in uno sventolano i brandelli del fiocco arrotolato intorno allo strallo, che ha ceduto alla forza del vento. Sartie che vibrano, fischi e rumori provocati dallo sbatacchiamento generale. Sui pontili alcuni proprietari controllano o rafforzano gli ormeggi. Il vento solleva gli enormi parabordi di uno yacht: se non ci fossero le cime che li fissano alla fiancata volerebbero come palloncini.
La passeggiata del Lisippo oggi non è transitabile: è attraversata dai frangenti che ricadono sulla banchina del porto turistico. Gli schizzi mi raggiungono anche passando rasente allo specchio d’acqua portuale. Sembra che piova, ma passando la lingua sulle labbra mi rendo conto che è una “pioggia” salata.
All’imboccatura del porto giungono gli enormi cavalloni che si rincorrono nel mare in burrasca. Sulle acque, solo increspate, del bacino portuale gabbiani, cormorani, svassi maggiori [foto 1].
Vedo anche un grosso uccello scuro, assomiglia ad un cormorano. Ha quasi le sue dimensioni ma ha il becco diverso per colore e forma (è dritto, rivolto leggermente verso l’alto). La parte anteriore del collo è bianca; il dorso scuro è finemente macchiettato di bianco: è unastrolaga minore. [foto 2]
Dalle nostre parti non è possibile vedere l’elegante livrea nuziale della Strolaga minore, noi la possiamo osservare solo nel dimesso abito brunastro della stagione invernale.
Deve trattarsi dello stesso individuo avvistato i giorni scorsi che ha trovato un rifugio sicuro nel porto di Fano.
Spostandosi, la strolaga scompare alla mia vista, dietro alle imbarcazioni. Per cercare di rivederla, percorro il lato della banchina confinante con il canale d’ingresso del porto, qui non c’è più la protezione – alta quattro metri – della massicciata esterna. La grande mano del vento sulla schiena mi spinge, mi fa procedere più velocemente di come vorrei. Nelle acque del porto non ritrovo la strolaga ma noto un altro uccello acquatico. A causa della distanza, non capisco subito di che si tratta. Ad un certo punto si leva in volo per riguadagnare le acque del porto turistico – galleggiando, il vento l’aveva spinto fuori. Mentre vola contro vento noto il capo color ruggine ed una vistosa barra alare bianca. Percorro un pontile fino all’estremità e riesco ad avvicinarmi al punto in cui si è posato. Noto la cresta spettinata sul capo ed il becco rosso, lungo e sottile: è una femmina di Smergo minore.
Neanche questa anatra marina si osserva di frequente in Adriatico.
Strolaga minore e smergo minore, entrambe le specie nidificano sulle coste artiche.
Si riproducono nelle zone umide costiere di Russia, Scandinavia, Islanda, dal 60° parallelo fino ai territori ghiacciati dell’Artico. Svernano per lo più lungo le coste del Mare del Nord spingendosi fino alle coste del Mediterraneo.
In Italia vivono soprattutto in mare nelle vicinanze della costa.
Come alla strolaga minore, gli scatto delle foto in condizioni precarie, con il vento che mi spinge e gli schizzi che raggiungono la mia fotocamera. [foto 3, 4 e 5]
Nota
¹ Segnalazione di Federico Fanesi all’Associazione Naturalistica Argonauta di Fano
Didascalie foto:
1 – Svasso maggiore, porto di Fano, dicembre 2024
2 – Strolaga minore, porto di Fano, 23 dicembre 2024
da 3 a 5 – Smergo minore, porto di Fano, dicembre 2024