Sabato 22 giugno 2024
In questa mattinata calda e soleggiata, mentre mi sto recando allo Stagno Urbani in bicicletta, noto un’inusuale concentrazione di mezzi nel lavaggio di auto annesso ad un distributore di benzina. La polvere del deserto che ieri ha sporcato le carrozzerie ha fatto incrementare gli affari degli autolavaggi.
Dopo giorni caratterizzati da un caldo garbino e, nonostante che le previsioni meteo non la annunciassero, ieri su Fano è caduta la poggia. Quelle gocce inattese hanno depositato uno strato di polvere sulle carrozzerie delle auto. Particelle del deserto del Sahara, sollevate dal vento a diversi chilometri di altezza e che hanno attraversato il Mediterraneo. La siccità che sta colpendo il Nord Africa, ho letto, sta facendo incrementare questo pulviscolo; forse è per questo che il fenomeno (che ha riguardato non solo Fano, ma buona parte del centro-nord Italia) si è ripresentato a distanza di pochi giorni.
Giungo sullo stradino d’ingresso che conduce allo stagno. Sui fiori che crescono in questo viottolo esposto al sole e scarsamente utilizzato, oltre alle solite farfalle (Pieris rapae, Lasiommata megera eOchlodes sylvanus), si posano diversi esemplari di un’altra specie. Hanno le ali superiori arancioni con numerose macchie tondeggianti nere. Ma è un disegno alare presente in diverse Ninfalidi. Solo quando mostrano la parte inferiore delle ali riconosco la specie. La Latonia (Issoria lathonia) è l’unica farfalla a possedere nella pagina inferiore delle ali grandi spazi madreperlacei che riflettono la luce – altri Ninfalidi hanno macchie argentate sul rovescio delle ali posteriori ma di dimensioni minori.
Si lasciano fotografare mentre passano da un fiore ad un altro. Mi soffermo a lungo, la loro non è una presenza effimera. Le ritroverò quando, oltre un’ora più tardi, terminata la visita allo stagno, ripasserò per lo stradino erboso.
Questa specie di farfalla è ampiamente diffusa nelle zone assolate della provincia di Pesaro e Urbino, ma normalmente la si rinviene sopra i 500 m, dai Monti del Furlo alle sommità del Catria. Probabilmente la massa d’aria calda in movimento proveniente dal Nord Africa, oltre alle particelle del Sahara, attraversando l’Appennino, ha trasportato individui di questa farfalla dalle tendenze migratrici – è un’ottima volatrice. Forse appena sfarfallate, sono salite su quel mezzo aereo che li ha portati fin qui, nella pianura costiera fanese.
A livello del mare avevo rinvenuto questa specie solo nel 2022, nello stesso periodo (25 giugno e 3 luglio) e in presenza delle stesse condizioni meteorologiche; dove? proprio qui, su questo stradino.
La migrazione degli uccelli è da tempo terminata; il mio giro tra i capanni ornitologici che si affacciano sullo Stagno Urbani era rivolto agli uccelli nidificanti. Alle folaghe, ai cavalieri d’Italia e ai loro pulcini. Invece, eccomi qui ad osservare un fenomeno migratorio, inatteso come la pioggia di ieri.
Didascalie foto:
1 e 2 -Latonia (Issoria lathonia), Stagno Urbani (Fano), 22 giugno 2024