L’arancione e giallo brillante della Colias crocea, le fasce scarlatte contro il fondo scuro della Vanessa atalanta, il bianco con qualche macchia nera delle cavolaie (Pieris brassicae, P. mannii, P. rapae), i piccoli ocelli neri della Coenonympha pamphilus, l’estesa area arancione sulle ali gialle della Cleopatra (Gonepteryx cleopatra) che si nota solo quando si alza in volo, l’arancione della faccia superiore ed i disegni complicati in quella inferiore della Lasiommata megera. Non è insolito incontrare queste ed altre farfalle nelle giornate miti autunnali. Si posano sugli ultimi fiori a succhiare l’ultimo nettare. Qualcuna si dedica ancora al corteggiamento.
Quest’anno le ho incontrate in quasi tutte le uscite fatte ad ottobre e nei primi giorni di novembre sotto un sole che splendeva pur senza scaldare troppo.
Ma in questo autunno particolarmente mite ci sono stati incontri inconsueti: con la Vanessa del cardo (Vanessa cardui). Questa farfalla appariscente (in inglese il suo nome è “Painted Lady” per la variegata pigmentazione delle sue ali) è comune nella buona stagione ma sparisce alla fine dell’estate. Cosa ci faceva il 30 ottobre nelle colline di Cartoceto? e il 1° novembre nei pressi del Castello di Pietrarubbia sulle pendici del Monte Carpegna?
Fino a pochi anni fa non era chiaro cosa le succedesse al termine dell’estate. Si pensava che le popolazioni europee di questo lepidottero semplicemente morissero, estirpate dalle cattive condizioni meteorologiche, e che a sopravvivere fossero solo le uova.
Negli ultimi anni, grazie ad uno studio, portato avanti da Butterfly Conservation, NERC Centre for Ecology & Hydrology e Rothamsted Research, che ha fatto ricorso sia ai radar usati per rilevamenti meteorologici che agli avvistamenti di una sconfinata rete di volontari sparsi in varie parti d’Europa, sappiamo che la realtà è ben diversa.
E’ emerso che verso la fine dell’estate milioni di vanesse del cardo migrano dall’Europa fino alle regioni tropicali africane.
Questa specie attraversa il deserto del Sahara due volte nello stesso anno (in primavera e in autunno) per sfruttare stagionalmente risorse e climi favorevoli su entrambi i lati del deserto.
Le Vanesse del cardo effettuano il viaggio di ritorno verso sud ad alta quota (ad un’altitudine media di oltre 500 metri) fuori dalla vista degli osservatori di farfalle a terra. Attendono l’arrivo di venti favorevoli, dai quali si lasciano trasportare ad una velocità media di 45 chilometri orari fino a raggiungere la lontana Africa, per poi rifare in primavera il percorso all’inverso.
Quello della Vanessa del cardo è il più lungo volo migratorio conosciuto finora nelle farfalle (e in qualsiasi altro insetto) che fa impallidire la più famosa migrazione della Farfalla monarca (Danaus plexippus) dal Messico al Canada. Considerando le Vanesse del cardo che si spingono più a nord fino al Circolo Polare Artico (la loro presenza è stata rilevata persino in Islanda), è stata calcolata la distanza percorsa in un anno: 12.000 km, quasi il doppio della lunghezza della famosa migrazione intrapresa dalla Farfalla monarca in Nord America.
Come quest’ultima, ha una migrazione multigenerazionale, cioè il percorso dal Nord Europa all’Africa e ritorno non è intrapreso dalla singola farfalla ma è portato avanti da una serie di generazioni successive- avendo un ciclo riproduttivo abbastanza rapido, nel corso della migrazione si possono succedere fino a sei generazioni -; quindi le Vanesse del cardo che tornano in Africa in autunno sono le “lontane” discendenti di quelle che avevano lasciato l’Africa in primavera.
Richard Fox, Surveys Manager presso Butterfly Conservation ha dichiarato: “La portata del viaggio annuale intrapreso dalla farfalla Vanessa del cardo è sorprendente. Questa minuscola creatura che pesa meno di un grammo con un cervello delle dimensioni di una capocchia di spillo e nessuna opportunità di imparare da individui più anziani ed esperti, intraprende un’epica migrazione intercontinentale per trovare piante da mangiare per i suoi bruchi.
… Una volta si pensava che queste farfalle viaggiassero alla cieca, in balia del vento, in un vicolo cieco evolutivo nel letale inverno britannico, ma la straordinaria combinazione di citizen science [partecipazione dei cittadini a fornire dati scientifici] e tecnologia all’avanguardia ha dimostrato che le vanesse del cardo sono sofisticate viaggiatrici.
… Il radar nell’Hampshire … ha rivelato che circa 11 milioni di vanesse del cardo sono entrate nel Regno Unito nella primavera del 2009 e 26 milioni ne sono partite in autunno”.
In Italia la Vanessa del cardo comincia il suo viaggio verso i quartieri di svernamento a partire da metà agosto. Le mie osservazioni degli anni precedenti in Provincia di Pesaro e Urbino confermavano che questa specie “sparisce” al termine dell’estate; gli ultimi avvistamenti li avevo fatti a settembre, solo in due occasioni mi era capitato di osservarla i primi giorni di ottobre (3/10/2015 e 3/10/2018). Nell’ottobre 2022 in buona parte del centro-nord Europa (Italia centro-settentrionale compresa) si sono avuti circa 3° C oltre le medie del periodo. Tante stazioni meteorologiche sparse nella penisola hanno segnalato che è stato l’ottobre più caldo da quando si effettuano le misurazioni meteorologiche. E’ assai probabile che gli avvistamenti “tardivi” (a cavallo tra ottobre e novembre) della Vanessa del cardo siano dovuti ad un mutamento comportamentale indotto dal riscaldamento globale.
Sitografia:
– La lunghissima migrazione della Vanessa del cardo: 12.000 Km in volo per ricolonizzare ogni anno il Mediterraneo. Greenreport.it [15 Giugno 2018] https://greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/la-lunghissima-migrazione-della-vanessa-del-cardo-12-000-km-in-volo-per-ricolonizzare-ogni-anno-il-mediterraneo/
– Svelati i segreti della migrazione di Painted Lady. Butterfly Conservation
Didascalie foto:
1 e 2 – Vanessa del cardo Vanessa cardui