Di ritorno da Chiasso Letteraria ho ancora nella mente la risposta ferma e civile di Fabio Pusterla ai leghisti che avevano chiesto di togliere i contributi a quella manifestazione perché aveva invitato Carola Rackete, l’ambientalista e comandante di una nave tedesca di salvataggio. Carola Rackete ha forzato il blocco navale italiano perché i migranti erano allo stremo.
Non ci fate paura. Questa la risposta di Fabio Pusterla.
Nessuno ricorda le parole di Matteo Salvini, allora ministro dell’interno, quello che gira con un rosario ben visibile e le catenine col crocefisso: “Capitana criminale arrestata, nave pirata confiscata, pena massima per una organizzazione straniera non governativa”. Quella nave aveva soltanto salvato delle vite umane. Nel dimenticatoio italiano, le parole non hanno peso. Simboli come il crocefisso sono slogan per il consenso politico.
Avevo scritto una poesia, tempo fa, sull’Antigone di Sofocle, per la quale l’umanità conta più delle leggi dello Stato. Mi riferivo tuttavia al fatto che le leggi dello Stato vengono utilizzate più per nascondere la realtà che per difenderla.
Questa:
Antigone dice che non vuole
seppellire la plastica.
Creonte allarga le braccia,
non può fare quello che vuole,
anche se non vuole la seppellisce,
quella plastica slavata, spellata.
Antigone dice no, potente idiota
che cosa vuoi nascondere oppure
bruciare senza avvelenare ancora…
La plastica verrà seppellita
comunque, dice Creonte, basta
con testimonianze e ricordi.
(da “Discorsi in cucina”, Aragno 2007)
Nell’Antigone di Brecht si trova questo dialogo:
CREONTE
Così hai osato violare la mia legge?
ANTIGONE
Perché era la tua legge, di un mortale,
quindi un mortale può violarla, e io sono,
rispetto a te, solo un po’ più mortale.
…
CREONTE
Credi che altri la pensino come te?
ANTIGONE
Anche loro vedono, ne sono colpiti.
CREONTE
Li interpreti, sfrontata, senza udirli?
ANTIGONE
Si onora chi è della stessa carne.
Chi non ti era schiavo era pur sempre un fratello.
Per concludere vorrei soltanto aggiungere che è ora (anzi è tardi) di riaffermare i valori della civiltà contro il vuoto conformismo che sembra ogni giorno di più l’anticamera dell’inferno.
[nell’immagine: particolare di un quadro di Tullio Ghiandoni, La coppia, 1959]