Dormiva tranquilla e felice da trent’anni l’Europa. Finalmente un mondo di pace con l’Occidente  saldamente al comando che dispensava premi (ai più bravi) e punizioni (ai cattivi), generosi sostegni economici e militari ai paesi più democratici, civili ed evoluti come l’Arabia Saudita e la Turchia e guerre spietate, ma piene di umanità, ai reprobi, ai recalcitranti ai refrattari al nuovo ordine mondiale post-guerra fredda come la Jugoslavia, l’Iraq e la Siria, sempre nel nome della libertà. In quei frangenti era obbligo interrompere il sonno e, sull’attenti, intruppati dal condottiero (e santo protettore) a stelle e strisce correre a domare i ribelli e a ristabilire ordine e pace. Ogni tanto qualche sussulto di vitalità, quasi per finta, per non dare al mondo del tutto l’impressione di essere una docile provincia dell’impero. E, sempre ogni tanto, pure qualche licenza di natura economica più che politica, magari con il vecchio nemico che veniva dal freddo e dall’est, l’orco russo, ormai all’apparenza addomesticato e molto sensibile alla valuta pregiata incassata dalla vendita di gas e petrolio al punto che un (ex)cancelliere tedesco fungeva ormai da garante di forniture e gasdotti. Finalmente era finito il maledetto XX secolo! Era tutto bellissimo, un mondo che aveva ristabilito le sue gerarchie rendendo meno gravoso “il fardello dell’uomo bianco”, il peso del destino civilizzatore toccato in sorte alla civiltà superiore, a quella porzione di mondo chiamata Occidente ma che in realtà sui planisferi cinesi risulta per metà a ovest (l’Europa) e per metà a est (le Americhe). Fino al maledettissimo 24 febbraio. Quando l’orco, temendo una lenta cottura da parte dei nemici di sempre si è come risvegliato e, riscoprendo, anche lui, la sua spietata e feroce natura imperiale coltivata nei secoli e repressa per anni, ha scatenato una guerra crudele contro il paese fratello di nascosto diventato un avamposto dei vecchi nemici. 

Ma come: non era finita la storia con il trionfo, alla fine della guerra fredda, della civiltà occidentale sul fallimentare modello sovietico? Non si erano aperti i grandi orizzonti di pace e benessere con l’inarrestabile globalizzazione anglosassone? Con il ripristino della schiavitù e del lavoro servile non si erano raggiunti standard civili ineguagliati in passato? Con la definitiva supremazia dell’uomo bianco/occidentale/liberale devoto all’impero non si era fissato per sempre un dominio sul mondo che non ammetteva più repliche? Per l’Europa è stato un brutto risveglio: il secolo breve diventava secolo lungo con la storia che si era, ahimè, d’improvviso svegliata e riprendeva il suo corso brutale con la guerra dentro le mura di casa, la sottomissione senza fiatare al padrone americano, le sanzioni suicide che quando toccheranno pure gas e petrolio comporteranno una recessione apocalittica e senza speranza in attesa che al primo incidente scoppi la terza guerra mondiale, tenacemente perseguita dalle élite e dai bellicosissimi media mainstream. 

E così in questo allegro paesaggio di distruzione e di morte in cui si conteranno solo macerie un continente regredito all’età della pietra verrà salvato e riportato al futuro da al di là dell’Atlantico con un nuovo, generoso, Piano Marshall che provvederà a ricostruire edifici e città.

Per tutto il tempo saremo comunque felici perché ci saremo battuti per il bene contro il male,  per la libertà contro la tirannide, per la civiltà contro la barbarie. Insieme ai nazisti dell’Azov e di Pravyi Sector contro quelle selvagge, criminali, truppe zariste benedette dalla reazionaria, primitiva, chiesa ortodossa, dietro alle quali – (noi europei, democratici e progressisti, siamo furbi e non ci caschiamo) – si nascondono loro, i maledetti, infami, nemici di sempre: i terribili, trinariciuti, comunisti mangiabambini del Don!

[fotografia di Sergey Vinogradov]

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