24 novembre 2021

Sto accompagnando in auto mia moglie a vaccinarsi. Quando siamo a poche centinaia di metri dal centro ortofrutticolo alla periferia di Fano, trasformato in hub vaccinale, vediamo un enorme stormo di storni compiere spettacolari evoluzioni aeree.

In un articolo pubblicato poche settimane fa (*) ho letto che tra le ricerche sui sistemi complessi che hanno consentito al fisico Giorgio Parisi di vincere il nobel ci sono gli studi sul modo in cui dai comportamenti individuali degli storni emergono comportamenti collettivi.

L’articolo riporta la dichiarazione di Irene Giardina, fisica dell’Università Sapienza di Roma, che ha compiuto uno studio analogo: le complesse figure aeree ottenute dagli storni nascono da un comportamento imitativo, ogni storno, per decidere che cosa fare, guarda i compagni vicini a lui. Questo meccanismo è in grado di estendersi rapidamente a tutto lo stormo, facendo emergere un ordine collettivo, che forma le figure nel cielo.

L’etologo Mario Pesendorfer dell’Università di Vienna ne chiarisce il meccanismo: le figure formate dagli storni sono bellissimi disegni senza un disegnatore, che nascono da poche regole: la prima è quella di attrazione, che spinge ogni uccello a rimanere vicino a quelli che ha attorno. La seconda è di repulsione, che lo trattiene da avvicinarsi così tanto da collidere. La terza regola è che ogni storno copia la direzione di volo dei suoi vicini.

Un altro etologo, Claudio Carere dell’Università della Tuscia, spiega che queste regole favoriscono la sopravvivenza degli storni. Nello stormo ci sono più occhi che possono accorgersi in tempo dell’arrivo di un falco pellegrino o di un altro predatore, l’informazione poi si trasmette attraverso tutto lo stormo, che inizia a deviare rendendo difficile la predazione. Lo stormo può anche dividersi e riunirsi subito dopo il passaggio del predatore.

Irene Giardina precisa che è proprio la mancanza di un capo a rendere efficiente la difesa collettiva degli storni; se le figure aeree fossero pilotate da un leader lo stormo non sarebbe capace di reagire così prontamente alle minacce.

Siamo entrati nel parcheggio del punto vaccinale, gli storni che affollano il cielo spariscono ma assisto ad un altro tipo di affollamento, quello di diverse decine di persone davanti all’ingresso dell’hub.

E’ la quarta volta che mi reco in questo punto vaccinale, le volte precedenti, la presenza di numerosi volontari aveva garantito un ingresso ordinato; i volontari regolavano il flusso delle auto nel parcheggio, i vaccinandi dovevano restare incolonnati all’interno del proprio autoveicolo fino a quando questo giungeva di fronte al punto vaccinale. Oggi invece, sia per l’affluenza elevata che per la carenza di volontari, non c’è quell’ordine collettivo: contemporaneamente molti vaccinandi parcheggiano e si assiepano disordinatamente davanti alla porta dell’hub, senza un chiaro ordine d’ingresso, senza quel distanziamento che la pandemia in corso dovrebbe suggerire. 

Gli umori sono tesi, in tanti protestano. Al volontario sulla porta che regola gli ingressi, giungono lamentele sulla disorganizzazione, uno dice: «E’ da un anno che si fanno le vaccinazioni, eppure sembra che si sia iniziato oggi». C’è anche chi s’è ne va, uno borbottando: «Un po’ che non avevo manco voglia di vaccinarmi!»

Una vaccinanda, animata da buone intenzioni, cerca di organizzare la gente che si ammassa davanti alla porta. «Distanziamoci, ognuno faccia qualche passo indietro e formiamo delle file in base alla dose; chi deve fare la prima dose alzi la mano», ma non ottiene l’esito sperato, nessuno vuole perdere la posizione acquisita. I comportamenti individuali dello “stormo” umano non producono un comportamento collettivo adatto a contrastare la minaccia – non rappresentata da un falco ma da un invisibile coronavirus.

Esce pure un medico in camice verde a cercare di sedare gli animi. Nel frattempo, altri vaccinandi continuano a giungere.

Mentre aspetto il ritorno di mia moglie, distolgo lo sguardo dall’assembramento umano e torno col pensiero a quello – più affascinante ed armonioso – degli storni. 

(*) Giuliano Aiuffi, Perché gli storni fanno voli da Nobel, Il Venerdì, 29 ottobre 2021

Didascalie foto:

Stormi di storni

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