27 giugno 2021

Visito con mio figlio la Valle del Rio Vitoschio, ma non passiamo per “l’ingresso” più ovvio, per “Le Porte”, cioè tra le due pareti di rocce altissime che stringono le acque del ruscello – ci passeremo al ritorno per lasciare la valle -, imbocchiamo invece il sentiero 29 che parte dal vecchio ponte (abbandonato) della strada Piobbico-Apecchio, in località Palirosa. 

La prima parte del sentiero, in forte pendenza, risale un dislivello di 150 metri sul fianco soleggiato della montagna. Quando raggiungiamo il valico di Campovecchio passiamo dalla visione della Valle del Biscubio attraversata dalla strada provinciale a quella boscosa (e selvaggia) del Rio Vitoschio.

Proseguiamo lungo il sentiero 30 che corre a mezza costa attraversando un bosco a prevalenza di Leccio ma con presenza di roverelle, ornielli e aceri. Quasi tutto il percorso è all’interno della lecceta ma sulla cornice rocciosa in prossimità del bivio con il sentiero 32 – che ci condurrà al Fosso Pisciarello e alla sua bella cascata – si apre nuovamente la visione della Valle del Rio Vitoschio stretta tra il Monte Nerone ed il Monte Cardamagna. 

In questo balcone naturale ci concediamo una breve sosta; la parte  alta del corso d’acqua (a monte dell’immissario Fosso Pisciarello) cambia nome e diventa Fosso dell’Eremita. Questo toponimo ricorda l’esistenza dell’Eremo di San Bartolomeo in Vitoschio citato in antichi documenti a partire dal XII secolo (nel 1126 l’eremo fu scelto da S. Ubaldo di Gubbio per ritirarsi in solitudine e sfuggire alle pressanti richieste dei suoi concittadini che lo volevano come Vescovo) fino al 1755 (data in cui eremo e chiesa ormai cadenti furono abbandonati). 

I numerosi studiosi che hanno affrontato l’argomento non sono riusciti a stabilirne l’esatta ubicazione. 

L’eremo, che disponeva di un podere denominato “il Rosaio”, era un patronato dei Brancaleoni di Piobbico. 

Dagli atti di un processo avvenuto nel 1467, depositati all’Archivio di Stato di Urbino, risulta che Lionello Brancaleoni era innamorato di donna Laura della Carda, moglie di Gabriello Matterozzi e la corteggiava assiduamente; volendo condurla a fare delle passeggiate la stimolava dicendo:  “Esiste un luogo poetico, fatto per amare, simile a un verde giardino, un paradiso che odora di rose, sotto il cielo tra svolazzi festosi e colorati, è questo Rosaio“. Gli atti rivelano che dalla cronaca rosa si passò a quella nera, infatti il Matterozzi, accortosi della tresca, per vendicarsi decise di far uccidere Lionello Brancaleoni assoldando dei sicari. Il capo di questi, certo Gnogni detto “il Gaggia” si rivolgeva a un tal Meo detto “Mignatella” per convincerlo ad essere della partita; il discorso è fedelmente riportato negli atti del processo: “Oh Meio, non avere paura, quando Lionello passa per Rosaia e va a la Carda, anche uno solo saria sufficiente ad ammazzarlo, ma noi serimo in quattro …”. Tesero l’agguato ma il Brancaleoni si difese con la spada, ferì i malfattori, li catturò e questi ci rimisero la testa (*). 

A proposito degli “svolazzi festosi e colorati” citati negli atti del processo, durante l’escursione abbiamo osservato sulle sponde del Rio Vitoschio numerose Calpteryx virgo, i maschi di questa libellula hanno una colorazione bluastra scintillante, e numerose farfalle nella parte iniziale ed in quella conclusiva del percorso (con poca vegetazione arborea); le più numerose appartengono alla specie Satyrus ferula, le loro ali brune sono ornate da vistosi ocelli; una femmina di queste specie era posata su un fiore in posizione innaturale, guardandola dalla parte opposta ho scoperto il mistero: era stata catturata da un ragno-granchio (Thomisus onustus) appostato sul fiore. 

Farfalle non le ho invece incontrate nella parte centrale dell’itinerario all’interno del bosco; solo in un tratto di sentiero esposto alla luce solare (a quota 630 m circa)  una farfalla dalle ali dorate ha attirato la mia attenzione, ho cercato di fotografarla ma lei si è levata in volo prima che riuscissi ad estrarre la fotocamera, ma poco dopo è tornata nello stesso punto lasciandosi fotografare. 

Controllando le foto, ho scoperto che si tratta di un esemplare della farfalla Coenonympha dorus (la disposizione degli ocelli sulle ali posteriori la distinguono dalle altre specie del genere Coenonympha). La sua denominazione volgare è “Ninfa delle radure” o “Ninfa mediterranea”. 

Questa specie xerotermofila è diffusa dalla penisola iberica alle Alpi Marittime (dove vive normalmente fino a 700 m), nel resto della penisola italiana è molto localizzata essendo stata rilevata in poche località degli Appennini. 

Nella vicina Emilia-Romagna la specie è stata inclusa tra le specie particolarmente protette, oltre che per l’areale disgiunto a livello europeo, anche per la sua estrema rarità e localizzazione in regione, dove è conosciuta per pochissime stazioni concentrate in un’area limitata dell’Appennino bolognese (**). 

Nel bacino del Metauro (e nel resto della provincia di Pesaro e Urbino) la Ninfa delle radure non era stata finora rilevata. Oltre che per la rarità, non mi ero finora imbattuto in questo lepidottero anche perché il suo sfarfallamento è limitato ad un ristretto periodo tra giugno e luglio (***). 

Permane il mistero dell’ubicazione dell’Eremo di San Bartolomeo, ma oggi un altro segreto del Rio Vitoschio è stato svelato. 

Note

(*) Martinelli, G., Le Mie Radici – Serravalle di Carda e Monte Nerone, 2004 

(**)https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/sistema-regionale/fauna/fauna-minore/invertebrati/insetti/schedario/ninfa-delle-radure-o-ninfa-mediterranea

(***) Villa R., Pellecchia M. e Pesce G.B., Farfalle d’Italia, 2009

Didascalie foto:

1 – Rio Vitoschio (PU), gorga

2 – Rio Vitoschio, Le Porte

3 – Fosso Pisciarello, cascata

4 – Fosso dell’Eremita ed il Monte Cardamagna

5 – Maschio di Calopteryx virgo, Rio Vitoschio, 27 giugno 2021

6 –  Satyrus ferula in accoppiamento, 27 giugno 2021

7 – Ragno-granchio dei fiori (Thomisus onustus)predauna femmina di Satyrus ferula, Rio Vitoschio, 27 giugno 2021

8 – Ninfa delle radure (Coenonympha dorus), Rio Vitoschio, 27 giugno 2021

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