15 marzo 2021
Lascio la Strada Statale Adriatica e mi immetto nella stradina che passando sopra l’argine conduce alla foce del Metauro. Con la coda dell’occhio noto qualcosa alla base dell’argine. Fermo la bicicletta; è una microdiscarica, formata, per lo più, da grossi secchi vuoti di vernice.
Una quantità di rifiuti modesta che avrebbe potuto trovare spazio in un cassonetto, ma chi se ne è liberato ha trovato più comodo giungere in auto qui e gettarli in un ambiente naturale.
Golena lordata per pigrizia, per insensibilità, per superficialità, per mancanza di consapevolezza degli effetti del proprio gesto, per incapacità di comprendere l’importanza di salvaguardare i beni pubblici.
Mentre sto facendo queste considerazioni (ed altre più offensive che non riporto), vedo due sagome in volo, a pochi secondi l’una dall’altra. Le lunghe code filiforme non lasciano dubbi: sono due rondini, le prime (per me) della stagione.
Stanno migrando in un’aria che si è fatta di nuovo fredda – ne sono testimoni le sommità innevate del Catria e del Nerone. Volano a bassa quota, parallelamente alla linea di costa (che dista poche centinaia di metri), verso nord, nella direzione contraria al forte vento di maestrale che sta spirando. Stanno risalendo quel “fiume” d’aria contraria, le cui raffiche assomigliano a rapide.
Loro certamente non sono pigre, ogni anno in questi tempi affrontano il lunghissimo viaggio dall’Africa centrale o dal Sudafrica fino all’Europa.
Queste prime presenze animali della nuova stagione suscitano in me pensieri positivi che scacciano quelli rivolti all’incivile.
Didascalie foto:
1 – Rifiuti abbandonati nella golena nei pressi della foce del Metauro, 15 marzo 2021
2 – Rondini
3 – Il Monte Catria innevato, visto dal Campo d’Aviazione di Fano, 15 marzo 2021