20 luglio 2019
Mi sono alzato presto, prima delle sette; questa mattina ho un appuntamento.
Apro al gatto. Sta nel vaso rettangolare sopra il muretto; sarebbe un vaso di fiori ma di fiori neanche l’ombra, visto che ha preso l’abitudine di trascorrere lì le calde notti estive. Si solleva e pigramente si stira; lui non coglie che devo sbrigarmi, la cosa non lo riguarda.
Mentre la moka del caffè è sul fuoco, vado a fare la barba; non è lunga, solo di due giorni, ma non va bene.
Strizzo il tubetto. Anche l’uso del dentifricio è importante per l’appuntamento.
Pure mia moglie scende a fare colazione, anche se all’appuntamento andrò da solo.
Mi vesto con abiti consoni a dove mi sto recando.
Parto subito dopo colazione. Non sono ancora le 7 e 30; prima di uscire infilo nello zaino il lettore di e-book; dopo l’appuntamento riprenderò la lettura interrotta ieri notte prima di addormentarmi.
***
Sono da poco passate le nove ma già i raggi solari scaldano la pelle. Sono steso sulla spiaggia ciottolosa; leggo mentre il costume da bagno si sta asciugando.
Vicino a me, di fianco al telo da mare, le pinne, la maschera subacquea ed una busta con dentro la retina piena di vongole.
Il mare è calmo, l’acqua trasparente, come mi aspettavo. Non mi ha deluso.
Durante le mie immersioni in apnea spuntavano dal fondale tantissimi sifoni di vongola – non sempre è così, a volte le vongole si negano.
Ma non solo per questo e per l’acqua trasparente che la pesca è stata fruttuosa, lo è stata anche grazie ai miei accorgimenti: avere tagliato la barba per impedire all’acqua di penetrare nella maschera subacquea ed avere spalmato del dentifricio sull’interno del vetro della maschera per evitarne l’appannamento.
[immagine di Maria Carolina Parisi, Vongolare]