Tra i libri di divulgazione scientifica dedicati alla fisica questo Non ne abbiamo la più pallida idea: Guida all’universo sconosciuto è una sorpresa, una vera sorpresa per tutti coloro che vogliono capirci qualcosa. I due autori sono Daniel Whiteson, un fisico delle particelle, e Jorge Cham, PhD in robotica e fumettista-divulgatore. Un mix terribile, perché funziona davvero bene. Per il lettore diventano due divertenti e insostituibili compagni di viaggio. E il viaggio non è semplice. Si indaga sulla materia oscura, sull’energia oscura, sulle particelle che compongono la materia, sulla gravità, e si pongono domande fondamentali tipo: cos’è lo spazio, cos’è il tempo, quante dimensioni ci sono, perché siamo fatti di materia e non di antimateria e così via.

  Quello che colpisce è lo stile di questa divulgazione, che non è soltanto divertente ma anche estremamente chiaro, e spesso le vignette aiutano a vedere meglio i concetti. Li semplificano e li trasformano in immagini elementari. E’ ovvio che si tratta di una semplificazione e che coloro che hanno già le conoscenze di base non ricaveranno granché dal libro, tuttavia i problemi che la fisica contemporanea si trova di fronte qui vengono descritti in modo esemplare, con uno scopo ben preciso: tutti dovrebbero capirli e condividerli. Ogni abitante del pianeta dovrebbe almeno rendersi conto del posto e dell’universo nel quale vive. E soprattutto affascinarsi e inquietarsi per il concetto fondamentale, quello che dà il titolo al libro e che contribuisce a stabilire non solo il nostro posto nell’universo ma anche il posto delle nostre conoscenze attuali. Nonostante le straordinarie scoperte scientifiche dell’ultimo secolo, nonostante tutta la tecnologia che ha invaso e modificato la nostra vita quotidiana, c’è ancora un grandissimo lavoro da fare, e un mondo incredibile e sorprendente da comprendere nelle sue interrelazioni e funzionamenti. Le generazioni più giovani dovrebbero essere consapevoli dei compiti che spetteranno a loro e questa opera è un viatico perfetto. Riproduco la vignetta iniziale del libro, perché penso che sia difficile essere più chiari.

 

Un tempo la filosofia, che comprendeva anche le conoscenze scientifiche del mondo, forniva la coordinate culturali per approfondire tutte le relazioni della vita. Ora è evidente che la filosofia da sola non basta. Anzi, senza le nozioni scientifiche e tecnologiche diventa una speculazione fine a sé stessa, un lambiccato passatempo. E’ anche vero che tutte le conoscenze fisiche, chimiche, astronomiche, biologiche e robotiche ci portano di nuovo a pensare e filosofare, appunto perché l’oscurità non avvolge solo il pianeta, in viaggio attorno al sole, e le galassie e l’intero universo che si espande, ma anche il mondo infinitamente piccolo, che sembra avere comportamenti diversi e antiintuitivi. Di fronte a tutti questi limiti e confini, dove siamo costretti a dire Non ne abbiamo la più pallida idea, qualche idea bisogna farsela, partendo comunque da queste basi.

 

 

 

 

 

 

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