Qui la realtà mostra
Qui la realtà mostra
il lato oscuro delle cose
un bagliore
di metallo prezioso
quest’angolo scaldato
in fronte al mare
dal sole di dicembre
sì,
mostra la realtà,
il suo volto oscuro
ma se ne ridono ora le onde
screziate solo a metà
in un sostanziale silenzio:
silenzio ovunque
per plaghe e distese
e una moria continua
come un
sordo
mormorio…
Continua il monte
ad emanare i suoi vapori
come fumi d’incenso
e suppliche al cielo.
Al cospetto della cascata
Al cospetto della cascata
vasta e bassa
ricompone il suo io
perché solo il fiume gli sa parlare
della legge dello sforzo
tenue e continuo
dell’unità nella mancanza.
Così i vapori che piombano
il suono impertinente
gli parlano di accettazione
dei propri limiti,
della legge della non conquista
e l’aria gli apre il petto.
Perché lì si può coltivare
l’illusione, senza rincrescimento,
che il mistero buono
sappia e possa a volte parlare
nel panorama
assorto della campagna, mentre i pini
e i cipressi
lo ascoltano
e ascoltano così se stessi:
in ogni direzione rimbomba il fragore
che parla delle epoche…
Veniamo qui come un tempo
e sarebbe giusto erigerci un tori.
Venissero qui i molti,
le nostre città, se ascoltassero avvinti,
sarebbero assai più piene di vento.
Tori: portale, generalmente in legno, che secondo l’antica tradizione shintoista veniva eretto in un luogo naturale che per la sua particolare bellezza segnalava un punto di comunicazione con una realtà superiore.
Immagine: Tullio Ghiandoni, Via della Croce (1970) Olio su cartone telato